Cerca
Home > Ultima ora Attualità > Petizione contro la Publiphono, basta “spam sonoro”

Petizione contro la Publiphono, basta “spam sonoro”

L’avvocato Enrico Gorini ha scritto una lettera al Sindaco e consiglieri comunali per chiedere la cessazione dell’attività della Publiphono sulla spiaggia.
“Egr. sig.Sindaco, egregi consiglieri comunali
la spiaggia è un “bene paesaggistico” (d.lgs.42/04), uno spazio da tutelare per l’enorme valore ambientale e ricreativo. Per Rimini, capitale delle vacanze, la spiaggia è anche il “core business”, l’elemento catalizzante, attrattivo e unificante, “a caduta”, per tutti gli altri settori collegati.

Purtroppo da 72 anni lo “spazio sonoro” della spiaggia di Rimini è stato assegnato alla gestione monopolistica di un privato, pagato dalle aziende inserzioniste per “irrorare” i turisti con messaggistica pubblicitaria tramite altoparlanti, due volte al giorno, durante le preziose ore del relax balneare. Questo monopolista la “Publiphono s.p.a.”, società privata di inserzioni pubblicitarie. In questo caso l’inserzione non occupa spazio cartaceo (bene privato), ma il “paesaggio sonoro” (bene pubblico).

Lo “spam sonoro”, comprensibile nei decenni passati nell’ottica di “spremere” i turisti ovunque si trovino, risulta oggi obsoleta e anacronistica. Un turismo di qualità punta alla qualità e ai valori culturali, ambientali e sociali, e nel lungo termine queste forme di chiasso pubblicitario non pagano.

Molti riminesi ne sono stufi, e c’è ragione di ritenere che molti turisti, che cercano nella spiaggia un luogo amico e sereno, tollerino le affabulazioni commerciali della Publiphono (“scarpe a 29.90”; “pesce buono a soli 12 euro”) solo per bonaria rassegnazione. Parlando di un fenomeno analogo (musica disco nei rifugi alpini) una giornalista del Corriere della Sera ha parlato di “riminizzazione dei rifugi alpini”: e non era in termini positivi.

Alcuni servizi di pubblica utilità (ricerca bambini smarriti, segnalazione meteo avverso) hanno una loro ragione (e il Comune può farsi carico di questa parte di costo), ma chi deve trovare un ristorante o un pub, o vuol sapere le previsioni del tempo in zona, o trovare un negozio, ha ben altri strumenti (lo smartphone), non aspetta certo le cinque del pomeriggio per vedere se per caso un altoparlante suggerisce la trattoria per la sera. Anche le persone meno “tecnologiche” casomai chiedono al vicino di ombrellone, munito di smartphone).

Diversamente dagli spot in TV, in radio, e nei locali a pagamento, la pubblicità in luogo pubblico è un’“imposizione”, una sottile “violenza privata”, perché non puoi sottrarti, ne’ cambiare canale, ne’ cambiare stabilimento: gli altoparlanti ti inseguono, perfidamente, da uno stabilimento balneare all’altro. Ne deriva la sensazione spiacevole, per chi frequenta la nostra bellissima e preziosa spiaggia, di essere usati per scopi di marketing. Mentre si è in vacanza. Abbiamo ragione di sospettare che molti turisti in questi anni si sono orientati verso altre mete, anche in conseguenza di questa concezione della mercificazione pubblicitaria.

C’è poi un aspetto giuridico.
Publiphono s.p.a. gode da decenni di una “concessione marittima demaniale” per esercitare la diffusione sonora.
Conosciamo la concessione di servizi pubblici, la concessione di suolo pubblico, la concessione dell’attività di riscossione, e la concessione di utilizzo di bande radio. Non conosciamo la “concessione” di diffusione sonora in luogo pubblico. E’ pensabile che un ente pubblico possa vendere il diritto di tafanare i turisti con spam pubblicitario, in aree pubbliche protette e ad alta e specifica vocazione turistico-ambientale?
La spiaggia è un BENE PUBBLICO MERITEVOLE DI TUTELA a fronte dell’aggressione pubblicitaria sia visiva che sonora. Il “paesaggio sonoro” di un’area ambientalmente sensibile è un valore troppo importante per lasciarlo gestire agli inserzionisti pubblicitari (a meno di voler accreditare ancora, in controtendenza, una certa vocazione chiassona e piazzista).
Pertanto chiediamo la cessazione del cosiddetto “servizio” Publiphono (per la parte meramente pubblicitaria) sin dalla prossima stagione balneare.”

Pronta la replica da parte della Publiphono. Ugo De Donato storico imprenditore del settore ricorda che le trasmissioni sono di poche decine di minuti ogni giorno, e gli spot sono intervallati da canzoni e altri annunci.. Inoltre De Donato ricorda che «gli annunci pubblicitari sono la nostra unica fonte di reddito. Con gli incassi dalla pubblicità finanziamo tutti gli altri servizi, compresi gli annunci di smarrimento dei bambini e le altre informazioni utili

 

Ultimi Articoli

Scroll Up