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Petitti dopo la direzione nazionale Pd: “Da Martina bene discontinuità, ora ricostruire il centrosinistra”

La riminese Emma Petitti, assessore della Regione Emilia Romagna, ha partecipato ieri a Roma alla direzione nazionale del Partito Democratico. Ecco il suo commento:

“Ho letto molti commenti sui social e sui quotidiani in merito alla direzione nazionale del Pd svoltasi ieri; molti di coloro che scrivono pur non essendo presenti danno una loro interpretazione. Chi parla di vincitori e vinti lo fa in malafede oppure perché non ha assistito al dibattito; se si dovesse ‘decretare per forza’ un vincitore della giornata di ieri mi verrebbe da dire che è il Pd come forza politica, che finalmente ha cominciato a discutere come un partito e un collettivo che decide, dopo la clamorosa sconfitta, di cambiare strada”.

“Mi sono ritrovata nella relazione di Martina.
Io credo che oggi in un sistema proporzionale le maggioranze politiche si costruiscono in Parlamento e il mandato che ci aveva affidato il Presidente della Repubblica attraverso il Presidente della Camera nel costruire un dialogo con il M5S era chiaro ed era quindi doveroso da parte del Pd tentare quella strada. È stato sbagliato concentrarsi troppo a parlare di Di Maio e non di noi, l’opportunità che avevamo dopo la batosta elettorale era ritornare ad affermare seriamente le nostre priorità per il Paese e uscire dalla marginalità politica. Oggi, chiusa la porta coi pentastellati, è fondamentale dire che non saremo mai disponibili a nessun governo con il centrodestra anche solo per fare le riforme. Se un governo delle riforme ci sarà, dovrà essere con tutte le forze politiche, altrimenti ogni altra condizione dovrà essere respinta dal Pd.
Martina ha fatto una relazione seria e pacata, ma molto netta e critica sulle vicende del nostro partito delle ultime settimane, a partire dall’intervista di Renzi di domenica in TV, che di fatto ha stroncato qualsiasi tentativo di dialogo con il M5S. Inoltre:
– ha ribadito di non aver aperto a un governo Di Maio ma semplicemente di aver accolto l’invito del Presidente della Repubblica a verificare possibili convergenze programmatiche, anche per evidenziare le contraddizioni del M5S;
– ha detto di aver concordato tutti i passaggi con Renzi, con i capigruppo e con il gruppo dirigente più largo;
– ha fatto un’analisi del voto e della gravissima sconfitta ammettendo che, pur difendendo l’azione dei nostri Governi, non possiamo dare la colpa della sconfitta ai cittadini che non hanno capito. Occorre interrogarci su cosa non è andato e come cambiare la nostra linea”.

“A me è davvero parsa una relazione in netta discontinuità con la lettura finora data dalla maggioranza del partito. Nella replica finale è stato ancora più netto e ha chiesto la fiducia su un mandato pieno a seguire la rotta che indicherà Mattarella. Infine, ha preteso il ritiro degli ordini del giorno, sia quello presentato dalla minoranza (che ha subito accettato), sia del documento presentato da Lorenzo Guerini, oggetto dello scontro del giorno precedente, sul quale invece c’è stato un confronto piuttosto acceso con lo stesso”.

“La direzione ha quindi accolto la proposta di Martina votando la sua relazione, confermandolo nel ruolo di reggente che dovrà guidare il partito nelle prossime settimane con un mandato pieno di tutta la direzione. Ora serve iniziare a ricostruire il centrosinistra, mettendo al centro soprattutto le questioni sociali e tutto ciò molto presto sarà al centro di un congresso rifondativo”.

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