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Perle verdi: il meglio del primo fine settimana elettorale a Riccione

Nell’ultimo fine settimana a Riccione hanno parlato in tanti. Inevitabile. Siamo quasi nel pieno della campagna elettorale.

Anche Concita De Gregorio ha parlato. Intervistata da un quotidiano locale ha detto: «Ho trascorso a Riccione due settimane e complessivamente la redazione ha lavorato un mese alla realizzazione del servizio. Ho parlato con cinquanta persone e ne ho selezionate quindici da mandare in video. Non si tratta di uno sforzo comune, ma enorme per un’emittente televisiva. A chi non è piaciuto dico che la prossima volta può cambiare canale”. Da un mese di duro lavoro e 15 giorni a Riccione, ci poteva aspettare qualche stereotipo culturale in meno e uno sguardo politico un po’ più disincantato. Ma come ben dice la De Gregorio, si poteva cambiare canale. La prederemo in parola da questa sera in poi.

Stando invece all’agone elettorale, più prolifici sono stati gli esponenti di Patto Civico. Non sono mai scontati. D’altra parte la lunga esperienza nella politica fa la differenza. Ha iniziato
Pizzolante: ” Gli altri partiti sono vecchi simboli senza volti e senza persone”. Si è finalmente compreso perché l’Onorevole in questi anni sia uscito dai vecchi simboli (Psi, Forza Italia, Popolo delle Libertà) e ne abbia adottati dei nuovi (NCD e Alleanza Popolare). Peccato che siano rimasti i vecchi volti. Così anche a Riccione: nuovi simboli e vecchi volti.

Ha proseguito Pierani: “Cercare di unire la città di Riccione che ha oggi un arretrato di 20 anni”. Della serie, dopo di me il diluvio. “Re” Terzo termina la sua esperienza di sindaco nel 1991 e pensa che da allora non si sia accumulato che “arretrato”. Dal suo punto di vista ha ragione. Pensava di fare il Casinò a Riccione e non si è fatto. Pensava di fare un palazzo del ghiaccio; niente. Quei birichini di sindaci dopo di lui hanno deciso di fare uno stadio del nuoto, un ospedale ed un palacongressi, solo per citare alcune opere.

Ubaldi e Conti vanno “oltre”: Riccione non è ferma, è in macerie. Tanto è vero che promettono: “Vogliamo ricostruire Riccione.

Solo per evitare che finiscano nei programmi di qualche smemorato, è forse allora bene tenersi a mente qualche cartolina di quello che esiste già:

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Da segnalare che all’inaugurazione della sede dei Patto Civico Riccione non si sono viste le “folle” della cena (gratuita?). In compenso Lino Gobbi continua la sua presenza ed assistenza alla lista. Questa volta ha cercato di non farsi notare (cappellino e occhiali) ma purtroppo (per lui) non è sfuggito.

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Anche Renata Tosi è intervenuta, proponendo un contratto antiribaltone con “la sottoscrizione da parte di ciascun candidato di un chiaro impegno a lavorare per la città e la rinuncia all’incarico in caso di ripensamenti in corso d’opera”. Non sono chiare le penali in caso di mancato rispetto. C’è una fideiussione? Ci sono dimissioni firmate in bianco? Oppure cosa?

I 5 Stelle sono ancora fermi. Aspettano il via libera di Beppe Grillo. Non dovesse arrivare, però, non è detta l’ultima parola. Eventualmente, resta sempre un ricorso al Tribunale. Vedi Genova: a quanto pare l’ultima parola sulle liste pentastellate non ce l’ha più nemmeno Beppe Grillo, ma le sentenze dei tribunali civili.

Sabrina Vescovi ha bruciato tutti nei tempi ed ha già prodotto il primo video promozionale. Efficace nel messaggio. Il candidato del centro sinistra sogna anche “una città con i piedi nella sabbia e la testa nel nord-Europa.” Normalmente nel passato era il contrario. Segno dei tempi e dell’innovazione.

Anche la candidata di FARE di Tosi (Flavio), Morena Ripa (ex 5 Stelle) ha iniziato a delineare il suo programma. “Ad esempio – ha affermato la candidata Ripa–  non esiste solamente un turismo, il cosiddetto turismo balneare, bensì varie tipologie di turismo, oltre alle imprese e agli artigiani”.

Il caro vecchio Hegel sarà contento: dopo duecento anni ci azzecca ancora con il suo “la storia ci insegna che gli uomini e i governi non hanno imparato nulla da essa”. Se poi arriviamo alla preistoria, come la remota epoca dei dibattiti sui cento turismi, è davvero pretendere troppo aspettarsi che qualcosa sia filtrato fino alla Ripa.

L’Arciunès

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