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“Perfetti no, consapevoli sì”: anche a Rimini un’app che aiuta i genitori – VIDEO

Spesso è additata come un pericolo. Ma anche la tecnologia può aiutare i genitori a essere mamme e papà più consapevoli e più attenti all’ascolto verso i propri figli. Come? Imparando a valorizzare il tempo e capendo che non c’è bisogno di essere ‘perfetti’, ma che si può anche sbagliare e sentire la fatica.

È questo il senso del progetto ‘MinUTo – Mind Us Together’, realizzato dagli esperti in psicologia ed economia dell’educazione dell’Alma Mater di Bologna, che passa attraverso una App, del tutto gratuita, pensata in particolare per i genitori dei bambini di quattro e cinque anni.

Nato nel 2020, il progetto in tre anni ha coinvolto 1.600 famiglie e proprio oggi ha preso il via la nuova edizione, con la possibilità per altri genitori di iscriversi e aderire. Oltre a Bologna, la partecipazione è estesa anche ai Comuni di Ravenna, Cesena, Forlì, Piacenza e Rimini.

Sarà possibile candidarsi fino al 15 novembre, poi a gennaio sarà distribuito un questionario alle famiglie che partecipano per indagare come passano le giornate i genitori: comportamenti, attitudini, stress e credenze. A seguire è previsto un percorso online guidato sui temi dell’ascolto, dell’accettazione non giudicante, della conoscenza e regolazione delle emozioni. Infine, le videointerviste con genitori e bambini insieme.

È possibile iscriversi anche come educatore, insegnante o dirigente scolastico, promuovendo così il progetto a scuola. I ricercatori dell’Alma Mater che hanno realizzato ‘Minuto’, in collaborazione con la cooperativa Indici Opponibili, hanno presentato il progetto e la App questa mattina in Cappella Farnese a Bologna.

“Vogliamo dare un supporto ai genitori per migliorare la loro genitorialità – spiega Annalisa Guarini, docente del Dipartimento di Psicologia – con l’idea però di non avere genitori e bambini perfetti, ma genitori più consapevoli del fatto che si può fare fatica, a volte anche sbagliare, e più consapevoli di quello che chiede il bambino”. L’idea della app, continua Guarini, “è nata perché può raggiungere tutti e perché può essere anche uno strumento per un uso positivo delle tecnologie. Parliamo sempre di come le tecnologie possono essere pericolose e dare dipendenza, invece ci interessa far vedere che anche le tecnologie a volte possono essere uno strumento utile a servizio dei genitori”.

Le famiglie che hanno già partecipato al progetto, riferisce la psicologa dell’Alma Mater, raccontano che “hanno scoperto due cose: la prima è che i bambini sono interessati ai racconti dei genitori. Spesso chiediamo tanto ai nostri figli, ma raccontiamo poco. I bambini invece vogliono di più, vogliono sapere se i genitori sono tristi, sono felici e cosa hanno fatto al lavoro”. Inoltre, i genitori “si sono resi conto dell’importanza del tempo di qualità con i loro bambini, e quindi di dedicare un po’ di ascolto attivo con una consapevolezza maggiore”.

Il progetto ‘Minuto’ ha un valore anche per le Istituzioni. “Gli economisti dell’educazione sono interessati a capire quali sono gli interventi pubblici per migliorare le dinamiche educative nelle famiglie e nelle scuole – spiega Maria Bigoni, docente del Dipartimento di Scienze economiche, che ha collaborato al progetto – il ruolo dell’economista è proprio valutare l’impatto delle politiche per capire quali interventi sono davvero utili ed efficaci e quindi quali sono quelli su cui è opportuno suggerire al decisore pubblico di investire”.

Presente al convegno anche l’assessore alla Scuola del Comune di Bologna, Daniele Ara. “Non è mai stato semplice essere genitori – sottolinea – ma in questa fase storica è più difficile e i genitori ci chiedono una mano anche per gestire la relazione coi propri figli. In generale abbiamo bisogno di lavorare sulle relazioni, perché spesso abbiamo poco tempo e siamo travolti da tante informazioni, senza curare la qualità delle relazioni coi nostri figli”.

(Agenzia DIRE)

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