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Perché e come Rimini continua a crescere

Una città attrattiva con una popolazione in crescita grazie ai migranti italiani e stranieri, dove il numero dei nuovi nati è decisamente inferiore a quello dei morti dell’anno. È quanto emerge, in sintesi, dal rapporto demografico del Comune di Rimini riferito al 2016. La bassa natalità – 1.142 i nati nel 2016, di cui il 21% stranieri – delinea una situazione allarmante (nell’ultimo anno sono nati 94 bambini in meno rispetto al 2015) e in linea con i dati nazionali. Eppure il numero di residenti a Rimini è cresciuto lo scorso anno di 1.169 individui (126 gli stranieri) più rispetto al 2015, confermando un aumento costante della popolazione che perdura da tempo.

La crescita è dovuta a un saldo migratorio (immigrati – emigrati) positivo a compensare un saldo naturale (numero dei nati – numero dei morti) che è invece negativo. I nuovi residenti spesso provengono da altri comuni, sia dell’entroterra che di altre regioni italiane, e da paesi esteri. Al 31 Dicembre 2016 Rimini contava 148.856 residenti – nel 2002 erano “solo” 129.675 – di cui il 52% di sesso femminile. Gli stranieri stabilitisi a Rimini costituiscono invece nell’insieme il 12,5% dei residenti.

Sono queste alcune delle anticipazioni del report demografico stilato dall’amministrazione comunale presentate alcuni giorni fa in una conferenza stampa presieduta dell’assessore all’ambiente e allo sviluppo sostenibile del Comune di Rimini Anna Montini. All’assessore abbiamo rivolto qualche domanda in merito ai dati raccolti da Palazzo Garampi.

Assessore, nel 2016 la popolazione residente del Comune di Rimini è aumentata. Come interpretate in Comune quest’incremento?

«È un dato che va letto con attenzione tenendo conto di più livelli, dal punto di vista demografico. A Rimini, nel 2016 abbiamo registrato un aumento di 1.169 unità in termini di popolazione residente, che non sono poche. Anche perché Rimini, tendenzialmente, è sempre stata caratterizzata da un aumento crescente della popolazione. E’ dal 2002 che i report demografici del Comune registrano un incremento su base annuale. Ma bisogna fare alcune considerazioni secondarie ma non meno importanti: innanzi tutto è opportuno tenere conto che il panorama regionale sta facendo registrare dati poco omogenei in termini di crescita demografica: alcune città crescono molto e altre meno, quindi l’aumento è registrabile a macchia di leopardo da Reggio Emilia fino a Rimini, che si conferma essere una città fortunata. In secondo luogo bisogna comprendere il valore di quel numero: i nuovi residenti vengono in gran parte da fuori e il che significa che Rimini offre delle opportunità concrete. Chi sceglie di prendere la residenza a Rimini lo fa con l’intenzione di rimanere per lungo tempo. In gran parte sono persone che arrivano per lavorare, ma ci sono anche casi di studenti che diventano residenti. Il polo bolognese dell’università di Rimini sta attraendo i fuorisede, che pur preferendo in gran parte non diventare residenti, rappresentano comunque una popolazione aggiuntiva temporanea che costituisce al contempo un valore aggiunto che può fare la differenza per l’economia cittadina».

E per quanto riguarda la bassa natalità?

«E’ un altro livello di lettura dei dati, in questo caso la tendenza è negativa e segue il trend nazionale. Aggiungo che il report demografico permette di fare uno screening sulle fasce di età: abbiamo registrato una flessione della fascia 1-14 anni che testimonia come la bassa natalità sia ormai una tendenza in atto da un decennio e non solo una problematica degli ultimi anni. A Rimini possiamo però affermare che è in atto un aumento della popolazione appartenente alla fascia successiva, quella 15-24. Molti ragazzi riminesi rimangono a studiare o a lavorare e molti dei nuovi residenti sono giovani. Spesso si parla di giovani in partenza per motivi di studio o di lavoro, ma i dati testimoniano che a Rimini questa tendenza è al momento arginabile: non è riscontrabile un’emorragia di giovani dalla città che è spesso addirittura la meta di ragazzi provenienti da altre zone».

Dati a margine del report
Alla bassa natalità fa eco la crescita dell’indice di vecchiaia della popolazione residente, che a fine 2016 si è attestato su quota 177,5 ogni 100 giovani mentre l’aspettativa di vita tocca gli 81,46 anni. L’età media della popolazione è di 45 anni ed è in crescita (+3,1 % negli ultimi vent’anni). A Rimini vivono 65.671 famiglie e nel 2016 sono state 631 le coppie di riminesi convolate a nozze in matrimoni civili o religiosi, di cui il 30% celebrati fuori dal comune. A prevalere è stato il rito civile con il 62,6% sul totale. Si sono inoltre registrate 219 separazioni e 189 divorzi.

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