Mercoledì 21 dicembre la giunta regionale dell’Emilia – Romagna ha approvato una delibera che riordina le partecipazioni societarie della Regione in varie società. Nel riordino della giunta regionale la parte più rilevante è data dalla decisione di alienare quote che detiene la Regione in varie società.
Da segnalare, per il territorio riminese, la decisione di alienare le quote di proprietà della Regione nel Centro Agro-Alimentare Riminese S.p.a.(Caar).
Il Caar vede la maggioranza in mano al Comune di Rimini con il 59,31% ed altre istituzioni. La Regione ha quote per poco più dell’11% dell’intero capitale sociale; quote che ammontano a 1, 3 milioni.
Il Caar ha chiuso il bilancio 2015 con una perdita di Euro 149.773,85. Il fatturato del Caar sempre 2015 è stato di euro 2.575.202. L’attività principale è la riscossione degli affitti degli spazi dati agli imprenditori presenti nella struttura.
Il Caar nel 2015 ha movimentato 918.750 quintali di merce.
Breve storia del Caar di Rimini:
- 1986-1990. Studi di fattibilità relativi alla realizzazione di un centro Agro Alimentare a Rimini.
- 1986. La Finanziaria avvia il cosiddetto Piano Mercati Nazionale, per il riposizionamento strategico dei mercati all’ingrosso all’intemo di un nuovo scenario competitivo.
- 27 Novembre 1989. Nascita della Società Consortile Centro Agro Alimentare Riminese.
- 31 Luglio 1997. Con decreto del Ministro dell’industria la società consortile “Centro Agro Alimentare Riminese S.p.A.” è ammessa alle agevolazioni finanziarie per la realizzazione dei mercati agro-alimentari all’ingrosso di cui alla L. 28.2.1986 N°41.
- Giugno 1998. L’associazione temporanea di impresa con capofila ITER si aggiudica l’appalto dei lavori di realizzazione del centro.
- 24 Luglio 1998. Inizio lavori, posa in opera della prima pietra.
- 2002 Termine dei lavori.
- 13 Ottobre 2002. Inaugurazione del nuovo Centro Agro Alimentare.
- 16 Dicembre 2002. Trasferimento dei grossisti, delle cooperative, dei produttori singoli al CAAR.
A livello regionale l’Emilia Romagna ha approvato:
La legge n. 47 del 1995 in materia di finanziamenti ai centri agro-alimentari all’ingrosso.
La legge n. 1 del 1998 che disciplina il commercio all’ingrosso dei prodotti agro-alimentari, delle carni, dei prodotti floricoli, delle piante, delle sementi e dei prodotti della pesca, sia freschi che trasformati o conservati, che si svolge nei Centri agro-alimentari e nei mercati all’ingrosso.
Tutto questo per inquadrare le caratteristiche del Caar di Rimini (al pari di Parma e Bologna) che per finanziamenti, agevolazioni e legge che disciplina i centri agro alimentari, si configura come un servizio di interesse pubblico. Talmente vero che l’articolo 5, comma 1 della legge del 1998 prevede che le società consortili siano con partecipazione maggioritaria di capitale pubblico.
Si aggiunge che il bilancio consuntivo del 2016 (secondo le prime stime) si dovrebbe chiudere in attivo così come il bilancio di previsione 2017. Pertanto la Regione non ha nessuna particolare urgenza di uscire dal Caar di Rimini: né finanziaria, né normativa
Ma stante questa situazione, quella di una azienda a maggioranza pubblica, di interesse pubblico, che ha un bilancio in equilibrio ma non sono previsti particolari utili da dividere ai soci, chi dovrebbe acquistare quelle azioni? E quali altri precedenti si creano con altri soci minori?.
Perché la Regione ritiene di uscire da centri agroalimentari, e non pensa di uscire, ad esempio da un aeroporto di Bologna che ha caratteristiche esclusivamente gestionali?
Insomma sembra più un’iniziativa di forma, per poter dire aver ridotta la presenza della Regione nelle aziende partecipate, che una valutazione ponderata del ruolo della Regione e delle aziende di cui è socia.