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Perché il basket fa bene ai bambini

Avviare i bambini allo sport è un’ottima scelta, indirizzarli alla pallacanestro lo è ancora di più; non solo si tratta di uno degli sport più diffusi al mondo: sul pianeta si stima che i praticanti siano almeno 450 milioni, ma è estremamente educativo, oltre ad essere spettacolare da vedere ed entusiasmante da giocare. È una pratica sportiva che mantiene il fisico asciutto, tonico e reattivo ed aiuta ad essere più rapidi, scattanti e agili.

La pallacanestro sviluppa molto la muscolatura degli arti inferiori, quadricipiti e polpacci, ma non trascura quella degli arti superiori, indispensabili per scoccare tiri dalla lunga distanza e catturare più rimbalzi possibile. Inevitabilmente fa diventare più intelligenti, perché basandosi su schemi relativamente complicati ai quali ogni giocatore si adegua con concentrazione e tempismo perfetto, stimola l’attenzione e la capacità di leggere in brevissimo tempo le situazioni reagendo di conseguenza.

Nel caso dei bambini più piccoli, gli insegnanti delle attività Minibasket inizialmente fanno prevalere l’aspetto ludico in modo che l’attività sia piacevole come un gioco ed affascini i piccoli atleti stimolando lo spirito di gruppo e la condivisione introducendo progressivamente la tecnica fondamentale. Solo successivamente fare leva sull’aspetto agonistico, importantissimo per ottenere l’unico scopo del gioco e la massima soddisfazione: vincere la partita!

A differenza per esempio del calcio, in cui difficilmente due avversari si sfidano con continuità durante la partita il basket, pur nel contesto del gioco di squadra, può proporre duelli individuali che possono durare per tutto il match, cosa che rende il tutto molto stimolante.

Ma ciò che risulta più educativo per i giovani atleti è il gioco di squadra, che è la chiave fondamentale per ottenere la vittoria: la circolazione di palla nella fase offensiva fino a trovare il compagno meglio piazzato per realizzare il canestro è una vera arte. E più ancora nella fase difensiva, dove sia nell’individuale che nella zona non basta proteggere il canestro dal proprio avversario, ma si deve garantire l’aiuto ai compagni per coprire il lato debole della difesa ed evitare di subire canestro; fino al massimo della gioia che si prova rubando la palla all’avversario per lanciare un compagno a schiacciare in contropiede mandando in visibilio il pubblico.
Credetemi non esiste nulla di meglio.

Daniele Bacchi

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