“Fa male vedere un prodotto del genere”. E’ il giudizio del regista Gianluca Vannucci, che a nome del Pd della Perla stronca senza riserve il filmweb “Riccione” della Melasento Produzioni, regia di Giorgio Romano.
“Mi meraviglio che dall’assessorato alla cultura e al turismo, dove lavorano persone che ritengo competentì – prosegue Vannucci – abbiano potuto permettere la messa in onda di uno spot così negativo. Purtroppo i riccionesi che non lo hanno visto o neppure ne sono a conoscenza, dovrebbero indignarsi per come ne esce la nostra città: letteralmente con le ossa rotte”.
“Temo molto un danno d’immagine. Inutile sbandierare un milione di visualizzazioni o addirittura che il progetto è costato zero al Comune, quando i dislike sono già a quota 10.000, un vero e proprio record in negativo. Un film web che si chiama Riccione e che di Riccione non ha nulla”.
“Un’occasione persa per una Riccione che non si riconosce nella location, nei personaggi, nei colori e dove prostituzione, omofobia, scene di spaccio e un consumo smodato di alcol giocano un ruolo primario nelle economie della trama. Ed è a dir poco tafazziano il riferimento alla spesa di 45€ per lettino e ombrellone in spiaggia, visti i tempi che corrono”.
“Il film parte da un locale di Miramare e prosegue con una scena dove uno dei protagonisti va a prostitute (alla faccia dello spot turistico), ed è zeppo di errori tecnici e scenografici, come la presenza di Smartphone e banconote da 5 euro in scene ambientate nel 2001, all’uso dilettantisco del green screen o la massiccia presenza invasiva di sponsor in gran parte delle scene”.
“Il prodotto non rappresenta affatto Riccione, la quale compare solo sullo sfondo risultando poco riconoscibile perfino alla gente del luogo. Questo film web è un ammasso di sketch fini a sé stessi – affonda la lama il regista – a volte pieni di becero sessismo che farebbe impallidire il peggiore dei cinepanettoni. Gli attori sono tutti YouTuber a parte Enzo Salvi. E anche questa formula del puntare su un blocco di YouTuber come garanzia di like e visualizzazioni lascia alquanto perplesso chi lavora nel web o nel filmaking”.
“A mio avviso si sarebbe dovuto prendere spunto da serie web di qualità come quella storica fatta dall’isola D’Elba su Napoleone Bonaparte, invece di accettare una produzione Rai che definire sperimentale è un eufemismo, solo per il fatto che sia stata realizzata gratuitamente, e trovo sorprendente che non ci sia stato nessun controllo da parte dell’assessore al cultura e al turismo Caldari sulla sceneggiatura o una visione del film web una volta ultimato prima di dare il placet alla sua messa in onda. Sono altresì sorpreso da questo clamoroso autogol poiché l’assessore è intervenuto alla conferenza stampa a Milano di presentazione”.
“Avevo proposto una serie web su Riccione nel 2014, ma non fui ascoltato – conclude Vannucci – purtroppo trovandomi a valutare questo film web “donato” alla città non posso non sottolineare che si tratta di un ennesimo boomerang al nostro turismo, dopo risse verbali sui vaccini e divieti di balneazione a go-go”,