Un comunicato del Pd di Riccione sul polo commerciale di Misano e sulle scelte dell’amministrazione Todi
“In questi giorni ci chiedono cosa dice il Pd di Riccione sul nuovo Polo Commerciale di Misano. La nostra posizione è sempre stata chiara. Pensiamo che ogni metro quadrato in più di commerciale destinato alle medie strutture di vendita diffuse sul territorio e a nuovi centri commerciali sia un danno al commercio di vicinato, l’unico che con la propria autenticità e la capacità di sapersi innovare nel prodotto e nei servizi può mantenere anche la dimensione “umana” della comunità. Quella dimensione umana che cercano i turisti quando vengono in vacanza in riviera. Quella dimensione umana che non vuole che le nostre città somiglino ai centri e alle periferie di Milano o Torino. Lo abbiamo sostenuto insieme alle categorie economiche convintamente.
Il Pd è un partito serio. Che non mette il bavaglio a nessuno e non punta il dito contro nessuno. Il Pd di Riccione è anche consapevole dell’iter istituzionale che ha avuto il Polo di Misano. Inserito nella programmazione sovraordinata e con un percorso trasparente nelle istituzioni, in cui sindaco di Misano e presidente della Provincia hanno almeno dimezzato le previsioni precedenti del piano.
Non altrettanto si può dire di ciò che sta succedendo a Riccione e dintorni.
Iniziamo dai dintorni.
“The market” San Marino 25.000 mq di outlet del lusso a prezzi da centro commerciale a Rovereta-RSM.
15 km separano Riccione dall’outlet degli amici sammarinesi della Tosi. Una minaccia vera per il commercio Riccionese ed in particolare per quello di viale Ceccarini. Il nostro sindaco su quell’outlet non ha detto una parola. L’unica voce contraria è stata quel del Sindaco di Rimini e Presidente della Provincia Andrea Gnassi. In quell’occasione, siamo nel 2015, si rischiò anche un incidente diplomatico con la Repubblica di San Marino.
Ma nulla da parte del sindaco Renata Tosi, nonostante la collaborazione tra Riccione e San Marino ed un sistema di relazioni istituzionali che è arrivato anche a contributi da parte dell’amministrazione Tosi. Quel modello di centro commerciale (outlet) è la concorrenza peggiore per i negozi di vicinato.
Dopo i dintorni vi è Riccione. Senza nessuna programmazione, in barba ai più elementari principi di pianificazione urbanistica a Riccione è possibile trasformare il 50% delle superfici produttive delle aree artigianali in commercio al dettaglio. Numeri da capogiro: oltre 65 mila metri quadri di nuovo commercio al dettaglio su una superficie teorica di oltre 80 mila metri quadri. – dati forniti dagli uffici del comune a seguito di accesso agli atti-
Con alcune differenze rispetto ai poli commerciali previsti dalla provincia negli anni passati. Nel caso di Riccione, la possibilità di trasformare produttivo in commercio al dettaglio non vedrà neanche la realizzazione degli standard previsti per legge (parcheggi e verde) e tanto meno opere pubbliche per mitigare l’impatto. Anzi succede il contrario. E’ stata autorizzata anche la realizzazione di interrati oggi non esistenti per tutti quei capannoni che apriranno negozi e superfici di vendita, creando anche il danno ambientale connesso alla permeabilità dei terreni. E non è finita. L’amministrazione Tosi ha consentito con la medesima variante 2016, accorpamenti commerciali per insediamento di medie strutture di vendita su tutto il tratto della statale 16, di viale Veneto e di altri importanti assi di scorrimento della città.
Una mela avvelenata per il futuro del commercio Riccionese.
Questo è il quadro vero della ipocrisia di Renata Tosi e della sua subalterna maggioranza. Migliaia di nuovi metri quadri di commercio al dettaglio.
Oggi non si vede ancora molto. Ma arriverà. Come sta arrivando a distanza di 11 anni dalla sua previsione, il nuovo insediamento a Misano.
E non ci venga a parlare di cementificazione il sindaco Tosi. Non ne ha facoltà. L’ha persa nel momento in cui ha svenduto la nostra città a 19 albergatori danarosi che, esattamente come i nuovi insediamenti commerciali autorizzati da lei, metteranno in crisi il sistema dei piccoli alberghi stagionali svendendo appartamenti con vista mare ai prezzi della “pensione Marilù”.
Ma su questo torneremo.