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Pd Riccione: “Sul Bar Giardini il sindaco mente, ecco le prove”

“Il sindaco mente. Sul bar Giardini ha costruito un castello di bugie e sono gli stessi atti del Comune a dimostrarlo”. Il Pd di Riccione non molla la presa sulla vicenda del bar del Pattinaggio, oggetto ieri di un’accesa conferenza stampa di Renata Tosi.

Sabrina Vescovi del Pd ha presentato domanda di accesso agli atti il 14 maggio scorso, “quindi ben prima dell’affidamento alla Polisportiva comunale e conferma del fatto che già numerose erano le segnalazioni pervenute sulla necessità di controllare il corretto svolgimento della procedura amministrativa”.

Gli atti in questione sono:
• Nota protocollo n. 54614 del 11/10/2017 – Montanari Giorgio: richiesta di proroga del contratto rep.4441 del 26/02/1999;
• Corrispondenza email ordinaria- Comune di Riccione: trasmissione determinazione dirigenziale n.276 del 07/03/2018 di proroga del contratto e richiesta di versamento bollettino canone
• Nota protocollo n.20284 del 05/04/2018 – Montanari Giorgio: sollecito proroga contratto ed invito a dare esecuzione alla determinazione dirigenziale n.276 di rinnovo del contratto
• Nota protocollo n. 23020 del 19/04/2018 –Comune di Riccione: trasmissione determinazione n.473 del 17/04/2018 di REVOCA della proroga
• Nota protocollo n. 24674 del 27/04/2018 – Montanari Giorgio: comunicazione di aver liberato l’immobile ai fini della riconsegna con contestuale richiesta della somma di €2.000 per la cessione di arredi. 10/05/2018 consegna formale delle chiavi e degli arredi da parte di Montanari.

“Carta canta! E smentisce le molte false informazioni rilasciate nella conferenza stampa di ieri dal sindaco – affermano la Vescovi e Alberto Arcangeli – Il sindaco mente: non solo Giorgio Montanari non ha risolto consensualmente la concessione ma ne ha addirittura sollecitato l’attivazione in data 05/04. Il ballo delle bugie parte da qui!”.

E ora i consiglieri dell’opposizione chiedono “la verità” su questi punti:

  • Il sindaco ha sostenuto in conferenza stampa di ieri che l’affidamento diretto alla polisportiva si è reso possibile poiché il valore del contratto (canone di concessione) è di 12.000€ e quindi sotto soglia. Ci chiediamo a quale soglia il sindaco faccia riferimento. Forse il sindaco fa riferimento alla soglia dei 40.000€ del codice dei contratti? Se è così è evidente che il sindaco non sa che il codice dei contratti non si applica per i contratti e le concessioni attive, in cui si applica la normativa nazionale e il regolamento sul patrimonio comunale che prevede SEMPRE una procedura ad evidenza pubblica? Forse il sindaco non sa che un progetto sociale come quello da lei prospettato (in realtà si chiama laboratorio protetto), anche qualora si applicasse il codice, deve essere caratterizzato da una trattativa privata fra cinque operatori economici? In realtà l’impianto è, come definito dall’ANAC un impianto sportivo a rilevanza economica e, come tale va affidato mediante concessione con procedura aperta e/o negoziata previa indagine di mercato. Forse la stessa ANAC sarà interessata alla vicenda “bar giardini”. A comprendere se ci sia chi ha tratto un vantaggio diretto e non trasparente da questo ballo delle bugie.
  • Come può essere addotta per la revoca di un atto amministrativo una motivazione poi rivelatasi completamente infondata nei fatti?
  • Come può essere stato assegnato un bene pubblico senza alcuna evidenza pubblica?
  • Come può essere stato casualmente a conoscenza della necessità di gestione del bar solo un ex consigliere comunale di Noi riccionesi? Dalla conferenza stampa di ieri emerge, da dichiarazioni del presidente della polisportiva, che la polisportiva ha presentato domanda di assegnazione della gestione in data 16/05/2018, ma la determina dirigenziale n.714 è del 31/05, resa pubblica in albo pretorio il 01/06/2018. Il subaffittuario ha invece costituito la società in data 25/05/2018 (iscritta in CCIAA il 30/05/2018) e quindi ancor prima che la polisportiva ottenesse l’affidamento del bene.
  • Come può essere stato escluso da una verifica di interessamento l’ex gestore subaffittuario (Gostoli Simone) che ha incontrato più volte l’assessore Santi, alla presenza anche dei funzionari degli uffici, chiedendo chiarimenti sulle ragioni della revoca e palesando chiaramente l’intenzione di continuare a gestire la struttura?

“Questi sono argomenti – proseguono i consiglieri del Pd, che in questa battaglia hanno l’appoggio anche di Patto Civico e M5S – su cui i Riccionesi attendono risposta perché lei sindaco non è il sindaco dei suoi 8.000 amici (cit. Tosi in conferenza stampa del 19/06) ma lo è di tutti i 34.000 riccionesi e, tra questi, anche di quelli a cui questo balletto di bugie ha tolto il lavoro di una stagione e una legittima prospettiva di lavoro. Se questo non sono tra i suoi 8.000 “amici”, quelli che l’hanno votata, lei deve comunque garantire i diritti e le prerogative di tutti”. 

“Lei ci ha raccontato che tutta questa vicenda parte dalla necessità di Montanari di “tornare indietro e di non avere più la possibilità di gestire il bar” ma gli atti la smentiscono clamorosamente.
Lei ci ha raccontato che non interviene nei rapporti fra privati ma ci deve spiegare perché solo Stefanacci sapesse della necessità di avere un gestore del bar ancora prima che la polisportiva fosse assegnataria del bene. E ci deve spiegare perché l’assessore Santi ha taciuto dell’interesse palesato nei numerosi incontri dal precedente subaffittuario a mantenere la gestione anche per l’estate 2018.
Lei ci ha raccontato che la polisportiva gestisce tramite subappalto il bar dello stadio del nuoto. Ma anche questa è una bugia. Il bar dello stadio del nuoto è gestito in modo diretto dalla polisportiva”. Errore quest’ultimo che per la verità ieri Renata Tosi ha riconosciuto.

Ma i Dem proseguono: “Non sarebbe stato più semplice e trasparente fare in modo che la gestione di quel bar rimanesse a chi l’aveva già ed era intenzionato a mantenerla, cioè Simone Gostoli? Fra l’altro pagando un canone di 15 mila ero l’anno contro i 12 mila che sono rimasti a carico del concessionario, forse il Comune ci avrebbe anche guadagnato. Quanto al progetto sociale, avrebbe potuto gestirlo anche lui assieme a Centro 21”.

E ancora: “L’esistenza di un sub-affitto, o come in questo casi affitto di impresa, da parte di un concessionario senza darne comunicazione sarebbe stata sufficiente per la revoca della concessione. Invece nelle motivazioni di ciò non c’è traccia, mentre si parla di rea interessata a un progetto di riqualificazione. Salvo che poi nella concessione diretta del bar alla polisportiva anche questa motivazione scompare e si passa alla necessità di “dare luce” a quella zona. Ma quando riguardano lo stesso bene, le motivazioni  non possono cambiare di atto in atto”.

“Una lunga fila di menzogne, la divisione della città fra i suoi 8.000 amici e tutto il resto del mondo, gli atti che le dimostrano l’esatto contrario di ciò che lei sostiene a fondamento della nuova assegnazione del bar, e il tentativo ancor più patetico dei suoi pochi sodali nel cercare di confondere le carte, disorientare l’opinione pubblica e spostare il focus di questa “tristissima” vicenda, non potevano esimerci dal fare chiarezza”.

“La città ha bisogno di verità! –  conclude il Pd Riccione –  In conferenza stampa ha dichiarato : “volevamo riaccendere la luce in quell’area”.  E allora le chiediamo: perché l’ha spenta con la revoca imposta a Montanari per una riqualificazione urbanistica ad oggi inesistente nei piani?
L’impressione è che lei voglia spegnere la luce su questa vicenda ma i Riccionesi hanno il faro puntato”.

Per ora il Pd non prevede di presentare esposti all’Autorità Anti Corruzione, in attesa delle risposte del sindaco. Ma non accetta le canzonature, giunte anche da Renata Tosi in persona sugli “sfoghi dei rosiconi”: “Ci accusano di non fare opposizione costruttiva, quando atti di indirizzo da parte dell’amministrazione praticamente non ce ne sono. I piani, i masterplan, il futuro di Riccione nei prossimi 20 anni al momento sono solo chiacchiere. E allora possiamo solo esercitare la funzione di controllo sugli atti di governo, come del resto ha fatto la Tosi negli anni in cui è stata all’opposizione con un esposto dietro l’altro”.

E il controllo andrà avanti anche su altre partite: “A quanto pare – conclude Sabrina Vescovi – i 700 mila euro del Play Hall servivano per sistemare un contenzioso che il Comune avrebbe certamente perduto con Monacelli. Ora in città si dice che alla gestione sarebbero interessati gli albergatori attraverso il consorzio Riccione Sport. Noi preferiremmo che le attività sportive fossero seguite dalle società sportive, che hanno i rapporti con le federazioni. Staremo a vedere”.

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