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Pd, Jamil Sadegholvaad: “Unità del partito innanzi tutto, Schlein chieda cosa possiamo fare per lei”

“Come non cominciare con il più sincero augurio di buon lavoro alla neo segretaria del PD, Elly Schlein?”: il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad apre così il suo commento alle primarie del Partito Democratico, che lo hanno visto a sostegno dello sconfitto Stefano Bonaccini.

Prosegue il sindaco: “Si parte da qui dopo primarie la cui dimensione numerica è andata oltre le (meste) aspettative, creando un evidente effetto di entusiasmo intorno a un partito che c’è, è vivo, nonostante in troppi ne intonino da tempo il de profundis. Così come non raramente è accaduto in passato, Schlein andrà aiutata e sostenuta. Lo dico prima di tutto da iscritto convinto e della prima ora al Partito Democratico. Più che l’esercizio solitario di una leadership, la cosa che più temo è la solitudine in cui, non raramente in passato, sono stati lasciati i leader stessi del Partito Democratico”.

Per quanto riguarda Rimini, “territorio che insieme al resto della Romagna pur ha espresso una chiara preferenza per Stefano Bonaccini, da me sostenuto con piena convinzione in queste primarie, continueremo a garantire piena e leale continuità del viaggio comune, senza se e senza ma, certi di poter dare quel contributo di lavoro, idee e partecipazione che ha sin qui caratterizzato la storia del centrosinistra locale, in ogni fase e in ogni evoluzione. Cosa attenda Elly Schlein, e ogni iscritto e simpatizzante del PD, è lì, sotto gli occhi di tutti. L’alternativa a un centrodestra che viaggia apparentemente spedito sulle ali della vittoria elettorale dello scorso settembre, sin qui potendo contare su un’opposizione divisa e litigiosa, evanescente e con poco grip sulla realtà delle cose e, nel caso del Partito democratico, alle prese con primarie che- nonostante la convincente mobilitazione di ieri- ho giudicato e giudico sbagliate nei tempi e nei modi. Ma questo sarebbe un discorso da affrontare a parte”.

“Dicevo dell’alternativa al centrodestra. Il messaggio più forte che viene dalla giornata del 26 febbraio 2023 è che l’identità del PD è plurale. Sembra banale ribadirlo ma non lo è. Sono anni, mesi, settimane, giorni in cui la principale preoccupazione degli osservatori pare essere quella di stabilire la famosa identità, in una precisa accezione: ne deve esistere solo una, che soppravvale l’altra, versione moderna di un ‘centralismo democratico’ che poi alla prova dei fatti, e al mondo d’oggi, si rivela sin da subito o quasi l’anticamera dell’illusione e della successiva disillusione. Dire che Schlein ora guarderà alla sinistra radicale, come prima affermare che Bonaccini guardava al riformismo, deve indignare perché offende l’intelligenza di tutti coloro i quali 24 ore fa hanno rinunciato a una briciola del loro disimpegno domenicale per andare a votare. Un partito che vuole legittimamente tornare ad essere maggioranza in Italia non può illudersi di confinarsi in una ridotta e porta con sé naturalmente l’ambizione di ampliare il consenso anche fuori dal proprio perimetro ideologico e di valori. E oggi il principale valore, per me, è l’unità del partito”, assicura Jamil Sadegholvaad.

“Questo vuol dire sicuramente procedere a tessere alleanze, antiche e nuove. Essendo però pienamente consapevoli di chi siamo o dovremmo essere: un partito visionario e concreto, in cui gli ideali diventino proposta e pratica sulla base di una condivisione larga. Leggo oggi Matteo Santori che dice: non saremo più quelli delle mezze misure? Rispondo: non so cosa voglia dire l’espressione ‘mezze misure’ ma se si trattasse della sintesi da trarre tra sensibilità diverse, nella ricerca di un equilibrio propositivo per la comunità tutta che è quello che fa o tenta di fare ogni giorno chi ha responsabilità di governo a tutti i livelli, dico subito che quella frase mi pare un autogol e un aut aut inopportuno”.

“Le sfide per Elly Schlein sono indubbiamente tante e tutte difficili. E immediate. In primis la questione del lavoro. Ma l’unico errore fatale che potremmo fare è lasciare a lei tutto l’onere della salita, stando a guardare. Il coraggio è una componente fondamentale che, mi auguro, il PD ‘nuovo’ recuperi in fretta. Magari tenendo in debito conto le idee, la voce, l’esperienza di Stefano Bonaccini che, in anni durissimi, ha saputo affrontare problemi di comunità larga enormi, risolvendoli con coraggio e capacità in buona sostanza, dando l’opportunità anche al PD di mantenere in tempi bui un filo evidente e riconoscibile con i propri valori e il proprio popolo. Mi sono sempre riconosciuto e mi riconosco nel lavoro di Stefano, che è un lavoro i cui benefici ricadono sul PD inteso come movimento di donne e uomini unito e plurale. A lui oggi un ringraziamento, un abbraccio fortissimo e l’augurio di buon lavoro che continuerà con la stessa passione da presidente della Regione Emilia Romagna e in altri incarichi. Il PD ha bisogno di Stefano Bonaccini, Elly Schlein è una segretaria giovane, appassionata, consapevole, esperta delle possibilità e anche dei tranelli che l’impegno nel governo e nell’amministrazione può riservare. E’ la mia segretaria pur non avendola votata. Chieda subito cosa possiamo fare noi per lei, piuttosto che l’attesa messianica del contrario. Buon lavoro”, conclude il sindaco di Rimini.

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