“Abbiamo seguito attentamente la seduta di giovedì 20 del consiglio comunale, che ha trattato la modifica del piano triennale opere pubbliche 2021- 2023. Quelle opere pubbliche che tanto fanno discutere in questi giorni, per come si procede e per come si sta fermi.
Il tema centrale è la visione strategica: c’è o non c’è? Su questo dilemma il sindaco si è inalberato al punto di perdere il controllo. Di fatto è emerso chiaramente il concetto di democrazia e di rappresentanza che ha il nostro primo cittadino: se critichi l’operato della giunta non vuoi bene alla tua città. Sorvoliamo su altre considerazioni che ha fatto Giorgetti perché, davvero, non si può ascoltare il proprio sindaco, bisognerà dirgli, prima o poi, che non è solo il sindaco della sua squadra che va su tutte le furie perché l’opposizione non lo applaude.
Dovrebbe applaudirlo perché ripete continuamente che “c’è una visione chiarissima del futuro della città”?
Bene, signor sindaco: lei ce la illustra questa visione e noi la applaudiremo. Però ce lo deve dire, anzi lo deve dire alla città. Sì, perché è lei, non noi, che ha scritto “centinaia di metri del muretto che separa viale Pinzon dalla spiaggia sono stati sistemati e rasati prima di essere colorati di bianco e azzurro, i nostri colori cittadini”. Questo lei ha detto parlando della riqualificazione della zona colonie.
Ha detto bene Bucci: “L’intervento del sindaco passerà alla storia come uno dei peggiori interventi di chi deve rappresentare la città”. E ha fatto bene Silvagni ad esprimere il netto voto contrario al piano.
Questa è un’amministrazione che ha ottenuto un consenso netto. Come tale ha il diritto e il dovere di governare la città. La sua palese debolezza, nelle idee e nell’incapacità di reggere il confronto democratico, è fonte di preoccupazione per tutti, anche per l’opposizione perché quando si agisce senza confrontarsi e senza idee forti si possono solo fare dei danni. E a pagarli saremo tutti.”
