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Passi carrai a Rimini, storia di una tassa che va e che viene

In questi giorni si è infiammato il dibattito, tra le forze politiche e nella città sull’istituzione, proposta dalla giunta comunale del canone sui passi carrai. Una delibera in approvazione in consiglio comunale prima di Natale stabilisce che chiunque (residenti ed imprese) abbia un cartello di Passo Carraio deve pagare un canone annuale che verrà calcolato in base ai mq del passo carraio e l’ubicazione territoriale; sono previste fasce di canone.

Il dibattito si è acceso come era avvenuto, d’altra parte, negli anni passati, quando la tassa fu introdotta a Rimini per la prima volta. Ma cosa successe allora? 

La prima applicazione del canone sui passi carrai a Rimini, avviene con l’approvazione del REGOLAMENTO COMUNALE PER LA DISCIPLINA DEI PASSI CARRABILI con deliberazione del Consiglio Comunale di Rimini. n. 263 del 17 dicembre 1998.

In quel regolamento si disciplinavano sia le norme per regolarizzare i passi carrai che le modalità del pagamento di un canone. Sul primo punto, il regolamento comunale, in attuazione del codice della strada (approvato nel 1992) prevedeva norme fino ad allora mai applicate dai cittadini.

In particolare il regolamento prevedeva: “Per i passi carrai realizzati nelle strade classificate all’art. 5 punti 1 -2-3-4-6 (tutte le strade comunali ndr), l’eventuale cancello posto a protezione della proprietà laterale deve essere arretrato allo scopo di consentire la sosta, fuori dalla carreggiata stradale, di un veicolo in attesa d’ingresso, realizzando una piazzola di dimensioni massime ed in conformità ad una delle modalità previste nell’allegato B del presente regolamento. Nel caso in cui, per obiettive impossibilità costruttive o per grave limitazione della godibilità della proprietà privata, non sia possibile arretrare gli accessi, possono essere autorizzati sistemi di apertura automatizzata a distanza”.

Il combinato disposto (si direbbe oggi) della regolarizzazione del passo carraio e del pagamento dell’occupazione suolo pubblico creò una vera propria sollevazione popolare presso i competenti uffici comunali, che furono presi d’assalto per chiedere chiarimenti su entrambe le novità inserite dal regolamento comunale.

Sull’adeguamento dell’accesso alla pubblica via prevista dalle norme del codice della strada non vi era nessuna possibilità discrezionale da parte dell’amministrazione comunale (l’unica possibilità era di dilazionare nel tempo l’adeguamento). Era possibile invece soprassedere al pagamento del canone .

Proprio per ridurre il forte disappunto dei cittadini, il sindaco Alberto Ravaioli (eletto nel 1999) decise nel 2000 di abrogare il canone annuale sui passi carrai. L’atto viene approvato con delibera del Consiglio Comunale N. 210 del gennaio 2000. L’abrogazione del canone sui passai carrai riguardava  tutti, residenti e imprese.

Di tassa sui passi carrai, a Rimini, non si parlò più fino al 2009, quando il Comune di Rimini reintrodusse il canone annuale per le tutte le attività economiche che avevano un accesso alla pubblica via.

La motivazione non derivava da esigenze di bilancio stringenti, ma da un ragionamento che si potrebbe definire di equità fiscale. Infatti la tassa fu reintrodotta per finanziare gli eventi del comune di Rimini. Quelli estivi e soprattutto la diretta Rai di capodanno da piazzale Fellini. Una parte dell’opinione pubblica e di alcune forze politiche riteneva infatti “ingiusto” che i costi di promozione turistica ricadessero solo sulla fiscalità generale e non vi fosse una contribuzione diretta degli operatori economici. Per questa ragione l’amministrazione comunale decise appunto la re-introduzione della tassa solo per le attività economiche. Va ricordato che allora non era possibile istituire l’imposta di soggiorno ed anche le tasse di scopo (previste dalle norme nazionali di allora) di fatto ricadevano sulla fiscalità generale.

Il provvedimento entrò in vigore nel 2009. 5 mila le imprese coinvolte. 1,5 milioni di euro l’introito previsto. Anche allora vi furono pesanti polemiche, in particolare provenienti dalle categorie economiche che non avevano affatto gradito la soluzione.

La tassa rimase in vigore con queste caratteristiche per le annualità 2009 e 2010. Il gettito per le casse del comune fu di circa 1 milione di euro. Ma nel 2011 la norma fu cancellata con deliberazione del Consiglio Comunale N. 5 del 20/01/2011.

E siamo ai giorni nostri.

L’istituzione della tassa (canone) sui passi carrai proposta dall’amministrazione comunale nelle settimane scorse è una norma generale che riguarda l’universo dei passi carrai (residenti ed imprese) e rientra nella fiscalità complessiva del Comune di Rimini.

Infatti, oggi in città non si discute su come e da chi vengono pagati gli eventi di promozione turistica e culturale, come nel 2008. A queste esigenze ci pensa il gettito dell’imposta di soggiorno, che nel Comune di Rimini vale oltre 7 milioni di euro.

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