Il segretario del Pd riccionese, Marco Parmeggiani, interviene sulla caduta di Renata Tosi e risponde a “Nanà” Arcuri.
Marco Parmeggiani, Arcuri dice che voi del Pd siete i portaborse di Tirincanti. È così?
“Arcuri come suo solito quando è nervoso sparge fango su tutto e su tutti. Noi portaborse del suo vicesindaco? Noi siamo opposizione, lui lo sa cosa significa? Per ogni opposizione, uno dei primi obiettivi è far cadere la maggioranza, altrimenti che opposizione è?”.
Ma sui social vi dànno dei traditori…
“I traditori.. che poi bisognerebbe cercare di capire come stanno le cose. Ma di sicuro noi della minoranza non abbiamo tradito nessuno. Avremmo semmai tradito i nostri elettori se avessimo agito diversamente”.
Ma secondo lei come mai non tutta l’opposizione ha firmato le dimissioni?
“In effetti manca qualche firma, come quella di Vincenzo Cicchetti del MoviMento 5 Stelle. Perché manchi, bisognerebbe chiederlo a lui. La Ripa se non sbaglio era a Torino, quanto a Vincenzo Cicchetti io non gli ho parlato. Mi riferiscono che aveva detto di essersi reso disponibile a firmare, ma poi non si è visto, pare avesse un altro impegno fuori Riccione. Se si vuol dare a questa assenza una spiegazione politica, lo farà lui. Se poi vogliamo fare fantapolitica…”.
Prego.
“Fra le tante cose che si dicono oggi, è che Renata Tosi nel ricandidarsi potrebbe andare a chiedere proprio il sostegno dei 5 Stelle. Chissà, da cosa nasce cosa”.
E il Pd che percorso seguirà?
“Noi apprendiamo oggi che a giugno si andrà a votare. Quindi dalla prossima settimana partiremo col lavoro. E sicuramente partiremo da una piattaforma programmatica confrontandoci con tutti, all’interno del partito e soprattutto all’esterno, dalle associazioni agli imprenditori, con le istanze sociali i bisogni veri della gente come con altre forze politiche che hanno da dare un contributo. E tutto deve andare nella direzione di sbloccare questa città. Perché questo occorre a Riccione: due anni e mezzo di immobilismo per una città come la nostra ,che vive di turismo e commercio, valgono 50 anni. L’assoluta necessità è: far ripartire Riccione. E non solo dal punto di vista economico: c’è da fare sul sociale, sui giovani, sulle associazioni. Noi siamo una forza di sinistra e questo è il nostro compito”.
Una sinistra che guarda anche al centro?
“Il tavolo programmatico del Pd è un tavolo di sinistra. Certo, se ci si riconosce su certi temi, noi non chiudiamo la porta a nessuno. E certamente, usando un atteggiamento ben diverso da quello in vigore nella ex maggioranza. Atteggiamento che poi è stata la ragione prima di tutti i problemi”.
Cioè?
“Non essere in grado di dialogare con nessuno, questo è stato il fiasco della giunta Tosi. Nessuna condivisione. E non solo le altre forze che la sostenevano, ma soprattutto con le associazioni, come quelle di categoria, con le energie vive della città, con le esigenze che venivano manifestate. Insomma, la Tosi arriva e dopo 68 anni e manda a casa quelli brutti sporchi e cattivi della sinistra, racconta a tutti che arriva il nuovo, che tutto sarà messo a posto, che l’amore per la città tutta è l’unico faro, e poi? Poi le associazioni di categoria non sanno qual che fa il sindaco fino all’ultimo momento, anzi vengono messe l’una contro l’altra, come i bagnini e i chioschisti. Si chiude al turismo giovanile e si mette in crisi tutto un comparto e poi lo si fa litigare con gli albergatori. Tutte cose imposte alla città, condivise con nessuno se non in qualche gabinetto. E la città alla fine non ha evidentemente gradito. E non hanno gradito quelle forze politiche che sono espressione di parte di questa città, che pensavano di poter seguire un percorso che invece si è dimostrato impraticabile. A quel punto, tre consiglieri escono da Noi Riccionesi, due escono da Forza Italia e tutti con questa motivazione: ‘non contiamo niente, siamo in maggioranza e sentiamo che le decisioni sono già state prese’ da un’altra parte’. Ma tutto questo nasce dall’improvvisazione”.
Improvvisazione di chi?
“La macchina comunale è molto complessa e delicata. Ed è un’attività complicata anche rapportarsi con le forze che ti sostengono. Se non ci sei portato e non hai esperienza, e la Tosi come si è visto non ne aveva per niente, alla fine scontenti tutti. Altrimenti, se non hai fatto disastri non cadi in questo modo dopo soli due anni e mezzo. I rapporti sprezzanti della Tosi con le forze politiche, la città, gli stessi dipendenti comunali, hanno dato questi frutti. Non parliamo poi dei dirigenti, che se ne sono andati a frotte; un motivo ci sarà anche per questo. Messe insieme tutte queste ragioni, alla fine il peso diventa insopportabile e non resta altro che staccare la spina”.
Stefano Cicchetti