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Parco eolico, Nando Fabbri. “I No a prescindere non bastano”

Ho detto la mia e quindi non dovrei replicare. Ognuno ha le sue idee e sviluppa le proprie convinzioni. Tuttavia sono stato tirato per la giacca da tanti amici, e ultimamente anche da Italia Nostra, che non posso non aggiungere qualche altra riga.

Prima di tutto mi sorprende la difficoltà di entrare nel merito dell’argomento fonti rinnovabili/parco eolico da parte di chi si schiera contro “a prescindere”. La motivazione che si avanza come un mantra è che le pale producono un pesante impatto visivo e dunque non si discute. Non le vogliamo! Punto e basta.

Condivido totalmente la preoccupazione. Ma se questa è la contrarietà principale di molti e di chi, come ha scritto, non vuole “riminizzare” il mare, domando: è possibile scegliere il parco eolico e nel contempo salvaguardare il paesaggio marino lungo la Costa riminese? Qualcuno, a partire dai sindaci e da molti coloro che si sono scagliati contro, mi dà la risposta?

Chiedo al mio amico di lunga data, Andrea Gnassi, per cui nutro stima, è possibile ragionare su un ridimensionamento del progetto e prevedere le grandi pale di 125 metri (non di 200!!) a 8 miglia dalla costa, riducendo così drasticamente l’impatto visivo?  Insomma, vogliamo provare a cogliere la grande opportunità di una Riviera che soddisfa interamente il suo fabbisogno energetico con l’eolico, costruendo attorno a questo obbiettivo la qualità e il futuro della sua offerta turistica?

Quando come provincia partimmo con l’ipotesi di sfruttare i venti del mare per produrre energia pulita firmammo un Protocollo d’intesa tra le tre provincia romagnole e la Regione, approvato con delibera di Giunta regionale n.1959/2006 e con delibera della Giunta provinciale n.34/2007. Quell’obiettivo di “valorizzazione dell’energia eolica nelle aree marine prospicenti la costa romagnola” contenuto nel Protocollo non c’è più o, oggi, è ancora più urgente?

La domanda è volutamente retorica perché oggi la questione è senz’altro più urgente. Siamo un distretto turistico (covid permettendo) fra i più importanti del Paese, con duemila strutture ricettive, trentamila piccole imprese in gran parte rivolte ai servizi alla persona, milioni di presenze turistiche; siamo, dunque, particolarmente energivori. L’Emilia Romagna è al terzo posto, dopo Lombardia e Veneto, nella classifica italiana dei consumi elettrici con ben 28,4 miliardi di kWt annui. Noi riminesi diamo un bel contributo a questo risultato. Vogliamo provare a porci il traguardo dell’autosufficienza energetica grazie alle fonti rinnovabili, offrendo ai nostri ospiti un territorio carbon-free entro il 2030? Forse il tema è aperto e i no “a prescindere” non bastano.

Nando Fabbri

 

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