“Se non paghi le tasse ti chiudo”. Il Comune di Rimini imbraccia il bazooka contro l’evasione fiscale. E’ già puntato contro almeno 25 fra alberghi e altre strutture turistiche. E può aprire il fuoco dopo il “decreto crescita” varato lo scorso aprile dal governo. Da cui il nuovo Regolamento Contrasto Evasione, appena passato nelle commissioni consiliari I e V senza voti contrari.
“Saremo durissimi – annuncia l’assessore al bilancio Gian Luca Brasini – ma solo con chi commette violazioni gravi, continue e nei confronti di più norme”. Possono stare tranquilli, dunque, quelli che non hanno pagato per una dimenticanza o anche per un’oggettiva difficoltà a trovare i soldi, insomma le situazioni tecnicamente definite di “morosità incolpevole”. Gli altri, invece, fra cui rientrano, come sottolinea Brasini, “imprese che sembrano costruite apposta per evadere”, finiranno in una vera a propria black list.
Ma quanti potranno essere? Secondo il Comune oggi un buon 20% su 1.400 strutture ricettive di Rimini si trova uno stato di irregolarità tributaria. Ma si spera che l’effetto deterrente delle nuove norme riduca di un bel po’ il possibile raggio di azione delle sanzioni che stanno per abbattersi sui furbetti.
Funzionerà così: sono considerate violazioni gravi le denunce non presentate o infedeli e quelle che evadono sopra i mille euro. In caso di recidiva o mancato pagamento non di una, ma di molte tipologie di tributi, si finisce nella black che l’Ufficio Tributi invia al SUAP (Sportello unico attività produttive). Arriva quindi un primo avviso bonario: 30 giorni per mettersi in regola. Chi non paga dopo quel mese, si vedrà sospendere l’attività per 90 giorni. Se ancora il contribuente non si è rassegnato a mettersi a posto con una “remissione in bonis”, “il SUAP procede alla revoca dell’autorizzazione, concessione o divieto di prosecuzione di tutte le attività dell’esercente”.
“Oggi è un bel giorno – esulta l’assessore Brasini – perché c’è molto di Rimini nella legge che oggi ci consente di varare questo regolamento. Il decreto crescita ha infatto recepito praticamente alla lettera un emendamento che fummo noi a proporre già tre anni fa all’Anci”.
Ma altri Comuni, come Riccione e Misano, non hanno già fatto lo stesso? “C’è una differenza – spiega Brasini – quei comuni hanno emesso delle ordinanze, che sono sempre strumenti deboli in caso di ricorso, difficile che reggano in giudizio. Il nostro invece è un regolamento che si appoggia a una legge dello stato, il decreto crescita appunto, articolo 15 ter”.
Il voto dei consiglieri comunali secondo Brasini rispecchia ampiamente il conseso che la linea dura avrà fra gli operatori: “L’evasione dei tributi in una località come la nostra – dice ancora l’assessore – non danneggia solo l’erario e quindi tutti i cittadini, ma va a colpire tutti gli operatori onesti che sono costretti a inseguire al ribasso i prezzi che il disonesto può offrire sul mercato. E poi oggi, che sul mercato possiamo starci solo con innovazione e diversificazione dell’offerta, che investimenti possiamo aspettarci da imprese che appaiono e scompaiono per non pagare le tasse? Che violano costantemente non solo le norme fiscali, ma anche quelle sanitarie e i contratti di lavoro? Infatti le associazioni di categoria, Aia in testa, ci hanno assicurato tutto il loro sostegno in questa azione contro l’evasione. Anzi, ce la chiedono loro”.