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Operazione antidroga a Fano. Arrestato anche un grossista di cocaina a Rimini

Alle prime luci dell’alba del 4 giugno i carabinieri della Compagnia di Fano, con l’aiuto dei militari delle Compagnie di Rimini e Monza e dal personale del Nucleo Cinofili di Pesaro, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari (3 custodie in carcere, 4 misure degli arresti domiciliari e 1 dell’obbligo di prestazione alla polizia giudiziaria) emessa, su richiesta del Procuratore della Repubblica di Urbino, dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Urbino, nei confronti di 8 soggetti, tra cui italiani, albanesi e marocchini, resisi responsabili a vario titolo di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti del tipo cocaina e marijuana, nonché di un furto simulato in danno delle slot machine installate in un bar di Fossombrone.

L’operazione “Bunker”, condotta dai carabinieri del N.O.R. di Fano in stretta sinergia con i militari della Stazione Carabinieri di Fossombrone, ha di fatto inferto un colpo decisivo al preoccupante dilagare del fenomeno dello spaccio di stupefacenti sull’intera Valmetauro, infrenando in particolare il considerevole smercio di cocaina rilevato nell’abitato di Fossombrone, con importanti ramificazioni e propaggini nelle città di Pesaro e Fano.

Nel corso delle indagini sono state tratte in arresto ben 14 spacciatori, di cui 12 solo a Fossombrone, e di sequestrare 200 grammi di cocaina, un etto di marijuana e 7 mila € in contanti ritenuti provento dell’attività di spaccio.

L’attività d’indagine è stata avviata nell’aprile 2018 per fare luce sui reiterati atti intimidatori in danno di un’officina fabbrile forsempronese e del suo titolare gravato da piccoli precedenti per uso di cocaina.

Le indagini hanno permesso di fare emergere l’esistenza di due distinti filoni di spaccio che agivano in parallelo ma mutuandosi all’occorrenza, di cui uno facente capo ad un soggetto già noto alle forze di polizia, di origini salernitane, ma dimorante da anni a Fossombrone, mentre l’altro vedeva a capo un giovane albanese, artigiano edile, assai inserito nella comunità forsempronese dove vive da oltre un decennio.

Entrambi, oltre ad avere un autonomo giro di spaccio al minuto con decine di clienti, fungevano da grossisti per altri pusher del luogo: il grosso della cocaina (fino a mezzo chilo per ogni viaggio) lo acquistavano da due albanesi dimoranti rispettivamente nella provincia di Rimini e di Forlì, anch’essi colpiti dall’ordinanza di custodia cautelare.

(Oltrefano.it)

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