Era stato definito il rapinatore con la mazzetta da muratore. Francesco Bordone, 48 anni, era finito alla ribalta della cronaca locale, per una serie di rapine ai danni di gioiellerie. L’uomo viveva a Rimini con moglie e figli. Una persona insospettabile.
Nella giornata di ieri l’uomo è stato trovato morto in circostanze tutte da chiarire insieme a un’altra persona, in tarda mattinata in una villetta a Serramazzoni, sull’Appennino modenese.
Uno dei due sarebbe il proprietario della casa, Claudio Belloi, un commerciante conosciuto nella zona, sui 70 anni, mentre l’altro è Francesco Bordone.
Secondo una prima ricostruzione, l’ipotesi più accreditata è quella del suicidio-omicidio.
Francesco Bordone viveva in un appartamento del 77enne e durante il giorno si dedicava ad alcuni lavori di manutenzione nella villa di via Belvedere.
A chi aveva chiesto al 70enne chi fosse quell’uomo, Belloi rispondeva che si trattava di un aiutante soprattutto per i lavori più faticosi. Ma per i serramazzonesi il volto di Francesco Bordone era sconosciuto in paese. Che cosa sia accaduto mercoledì sera in quella grande casa è un mistero. Infatti pare che la morte delle due vittime risalga ad mercoledì scorso.
Francesco Bordone di 48 anni figlio di due noti professionisti di Modena. Riminese d’adozione per aver sposato una ragazza della città, quando si costituì alle forze dell’ordine aveva giustificato la sua seconda “attività” con le “grandi difficoltà economiche”.
Il professionista (ufficialmente faceva il grafico), che abitava in centro storico con moglie e due figli, navigava in cattive acque. Gli affari non gli andavano più bene e le entrate non bastavano a far fronte alle esigenze familiari. Da qui la scelta di saltare il fosso e trasformarsi in un rapinatore.
(Nell’immagine in apertura, Francesco Bordone al momento dell’arresto)