Ci sono “errori logici” ed “evidenti contraddizioni” nella sentenza con la quale la Corte d’appello di Bologna ha riconosciuto a Michele Castaldo le attenuanti generiche per l’omicidio di Olga Matei sulla base della sua confessione e valorizzando la perizia che aveva riconosciuto una “soverchiante tempesta emotiva e passionale” determinata dalla gelosia e il tentativo di risarcire la figlia della vittima.
Così la Cassazione nelle motivazione della sentenza con cui l’8 novembre ha accolto il ricorso del procuratore generale di Bologna e disposto un nuovo giudizio sul riconoscimento delle attenuanti. L’uomo era stato condannato a 16 anni in appello, con le attenuanti generiche, equivalenti alla aggravante dei motivi abbietti e futili. La gelosia, “come le altre situazioni psicologiche integranti ‘stati emotivi e passionali’, può essere presa in considerazione ai fini della concessione delle attenuanti generiche” ma il giudice deve “fornire una razionale giustificazione della scelta compiuta”.
Fonte Ansa