Vasini e Fantini, Nino (“Toni”) e Odo: dai giorni della Resistenza alla metà degli anni Settanta la politica a Bellaria-Igea Marina è ruotata attorno a loro. Il ragioniere-albergatore Nino Vasini del centro di Bellaria e il fornaio Odo Fantini della Cagnona.
Due storie parallele, nella vita e nella morte. Vasini – classe 1925 – se n’è andato il 24 novembre 2019; Fantini – classe 1922 – è spirato l’altro ieri 9 febbraio, festa di Santa Apollonia patrona della città. In comune avevano, innanzi tutto, l’essere due belle persone; poi che sono stati militanti comunisti a tutto tondo con una comune provenienza dalla lotta di liberazione; infine che la Bellaria-Igea Marina di oggi è per molti versi opera loro, plasmata nella ventennale “staffetta” da sindaci che li vide alternarsi alla guida dell’Amministrazione comunale tra il 1956 e il 1975 (prima Vasini, poi Fantini ma con qualche breve episodio che vide Fantini subentrare in corsa a Vasini e viceversa).
Le similitudini finiscono qui perché, per il resto, erano molto diversi. Posato e ragionatore Nino, sanguigno e impulsivo Odo, “fedele alla linea” l’uno, insofferente e tormentato ad ogni cambio di stagione politica l’altro. In pratica la fotografia del Pd oggi, ma anche del Pci del tempo che fu. E tuttavia, a Bellaria-Igea Marina, per una qualche alchimia Vasini e Fantini hanno convissuto politicamente senza scossoni e integrandosi l’uno con l’altro per una lunga stagione.
Entrambi, ancora in età politicamente “fertile” (ovvero tra i cinquanta e i sessant’anni), hanno favorito il ricambio generazionale facendo spazio a ragazzi e ragazze di una Fgci che ha visto militarvi personaggi come Nadia Urbinati, docente alla Columbia University, Nando Fabbri, due volte sindaco di Bellaria-Igea Marina a cavallo degli anni Ottanta e Novanta, il compianto Gabriele Morelli, direttore regionale della Cna e tanti altri.
Entrambi sono stati partigiani inquadrati nella 29/a Gap – distaccamento III Brigata Rimini e Brigata Sap Forlì al comando di Illaro Pagliarani. Hanno operato in pianura tra il cesenate e l’Uso. Vasini, tre anni in meno di Fantini, era un ragazzino e per motivi anagrafici non partecipò ad azioni eclatanti. Ha ricordato spesso, durante la sua presidenza onoraria dell’Anpi locale, la situazione di pericolo nella quale si venne a trovare nei presi di Sala con una pistola occultata sotto la sella della bicicletta, quando fu fermato da una pattuglia tedesca. Fantini ebbe invece un ruolo significativo, nel forno di casa custodì un mezzo arsenale e con una squadra numerosa della Cagnona agì come una spina nel fianco dei tedeschi. Rocambolesco il furto di un mitragliatore nel novembre 1943 sull’argine della fossa Matrice con Gino Baietta, Aleardo Gradara, Benito Succi e Bruno Zavatti: mentre le tre sentinelle tedesche venivano distratte da due belle ragazze, Giovanna Ottaviani e Carla Zanuccoli, i gappisti riuscirono ad impossessarsi del mitragliatore. Carla sarebbe poi diventata moglie di Odo e da ieri veglia la sua salma nella camera ardente allestita nella casa dove fino a qualche anno fa c’era ancora la panetteria.
Fantini ha avuto anche un fratello più grande di lui, Modesto, morto il 24 luglio 1944 a 29 anni a Makarska, in Croazia. Era padre di una bambina di neanche due anni. Di stanza in Montenegro come guardia di frontiera con la divisione “Venezia”, dopo l’8 settembre 1943 entrò nella divisione partigiana Garibaldi. Fu ferito gravemente durante una battaglia coi tedeschi tra il 18 e il 20 novembre 1943. Ricoverato in Bosnia, venne catturato e portato in un ospedale croato chiuso ermeticamente dai tedeschi in fuga e bombardato da ignari aerei inglesi. Fu una fine orribile. Modesto è il nome del secondo figlio di Odo e Carla.
Vasini e Fantini nel dopoguerra furono molto attivi nel richiedere l’autonomia comunale. Animarono il comitato trasversale che condusse con molta decisione la battaglia centrando il risultato. Odo propose anche, all’epoca, che alle prime elezioni del Consiglio comunale, nel 1956, partecipasse una sola lista espressione di tutto il Comitato per l’autonomia ma le federazioni del Pci e della Dc non furono d’accordo. Vinsero largamente i comunisti e Vasini divenne il primo sindaco e Odo sedette in Consiglio.
Vasini fece il bis nel 1960, Fantini gli subentrò nel 1964 fino a qualche mese prima della fine della quarta consigliatura comunale nel 1975, quando ridivenne sindaco Vasini per un brevissimo periodo. Vasini, nonostante fosse poco più che trentenne, aveva una forte esperienza politica e amministrativa. Considerato un dirigente di primo piano della federazione comunista, era stato assessore al Comune di Rimini nella prima giunta di Walter Ceccaroni.
Diverso il profilo di Fantini, anche segnato da alcuni episodi segno dei tempi. Nel primo dopoguerra ebbe, alla presenza di Indro Montanelli, una furibonda lite in via Fratelli Cervi con il monarchico Guidobaldo Valducci, dopo che questi aveva sottratto un pacco di copie de l’Unità ad un ragazzino strillone (Aldo Carnevali). Odo stesso, in una intervista, raccontò che Valducci si presentò pesto e sanguinante in un vicino locale da ballo dove disse ai presenti di essere stato malmenato “dai comunisti”. Dopo il fattaccio i due si strinsero la mano e tornarono ad essere amici.
Nel 1963 Odo partecipò ad un presidio a Torre Pedrera davanti ad un albergo dove si teneva un raduno fascista capitanato dal missino Giulio Caradonna: venne arrestato e al commissario di polizia che gli chiedeva conto della sua presenza, stando al racconto dell’amico Rino Bagli, rispose: “Sono venuto per manifestare contro i fascisti, sono loro che dovreste arrestare”. Dopo un anno sarebbe diventato sindaco, ma volle mettere in chiaro le cose con la federazione comunista ai cui dirigenti fece, più o meno, questo discorso: “Ho la quinta elementare e faccio il fornaio ma conosco benissimo il mio paese e i suoi bisogni. Non ho competenze specifiche e quindi chiedo di essere aiutato”. Fu, appunto, il suo saldo rapporto con la gente e il suo naturale carisma che ne affermò la popolarità e gli fece guadagnare il rispetto e la considerazione generale.
Il 1975, oltre a vedere la fine della diarchia Vasini/Fantini è anche l’anno che segna una svolta profonda nel Pci e il deus ex machina Vasini, segretario comunale da lungo tempo, cede il passo ai giovani. Gli succede il trentenne Giorgio Pasquini. Fantini, invece, resta in Comune come vice del sindaco socialista Aldo Vasini. Dagli anni Ottanta in poi Vasini resterà sempre attivo nel Pci, Pds, Ds, Pd in pratica fino alla fine dei suoi giorni mentre Fantini assumerà un ruolo più defilato.
Significativa la morte quasi contemporanea dei due “padri nobili” del partito con lo “scatto” finale di Fantini che domenica 26 gennaio ha depositato nell’urna la sua ultima scheda elettorale. Col voto per il Pd e Bonaccini, ça va sans dire.
(nell’immagine in apertura: 26 settembre 2013. Bellaria, Biblioteca. Iniziativa dell’ANPI. Da sinistra, Nino Vasini, Odo Fantini)
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Il funerale di Odo Fantini si celebrerà domani mattina, mercoledì 12 febbraio. Alle 10, davanti alla sua casa in via Italia 7 alla Cagnona, famigliari amici e compagni gli daranno l’ultimo saluto.
Onide Donati