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Obike, l’Assessore Frisoni: “puntiamo a estendere il servizio lungo l’intero arco annuale”

Difficile conoscere il futuro di Obike. Attorno servizio di bike sharing gravitano parecchie incognite dal giorno in cui è stato comunicato il fallimento dell’ente gestore, una multinazionale con sede a Singapore. Andrea Crociani, responsabile in Italia del servizio, ha dichiarato recentemente che sarà fatto il possibile per salvare dal ritiro le biciclette che oramai tutti i cittadini della Riviera si sono abituati a incrociare lungo le piste ciclabili e non solo. Nel dettaglio le soluzioni al vaglio per poter mantenere attivo il servizio prevedono la ricerca di investimenti dal settore privato, ma anche la possibilità di avviare una raccolta fondi popolare

Allo stato attuale delle cose, tuttavia, di certo c’è ben poco. Intanto il Comune di Rimini, ha comunicato che la sperimentazione del servizio ha dato i suoi frutti e che l’amministrazione è pronta, in linea teorica, a estenderlo lungo l’intero arco annuale.

Di seguito il comunicato dell’Assessore alla mobilità del Comune di Rimini Roberta Frisoni

L’estate 2018, per quanto riguarda il sistema della mobilità delComune di Rimini e dei comuni costieri della Romagna, è stata caratterizzata dalla sperimentazione del nuovo servizio Obike, vale a dire un bike sharing incentrato su un sistema funzionante in modalità “free-floating”, a flusso libero. La novità risiede proprio nella maniera dell’utilizzo, con possibilità di restituire la bicicletta in punti diversi da quello di prelievo, rendendo possibile il funzionamento del sistema anche senza dover garantire l’accoppiamento bici/stallo.

Il servizio, inaugurato a inizio aprile, ha accumulato sino a metà agosto numeri sicuramente al di là di ogni più ottimistica previsione. Nella sola città di Rimini le corse totali sono state 66.178 per 110.000 chilometri percorsi, con 14.494 utenti attivi, 120 hotel coinvolti, 14mila card per gli hotel e 2.300 biciclette attive.

I numeri confermano quella che è stata, lungo i quasi 5 mesi di sperimentazione, l’impressione empirica: è un servizio che funziona, chiaramente focalizzato in primis su un utilizzo da parte della componente turistica, ma dalla cui esperienza si possono trarre utili spunti di riflessione anche nela direzione di potenziare e incrementare l’uso del bike sharing stanziale. I pro hanno superato i contro, compresa una già sottolineata difficoltà di raccolta dei mezzi da parte della società privta organizzatrice del servizio.

Il Comune di Rimini farà nelle prossime settimane le sue valutazioni, ma certo la strada tracciata dall’utilizzo ‘a flusso libero’ segna un orizzonte nuovo che può e deve essere anche quello di un servizio lungo l’intero arco annuale. Alcuni degli aspetti che si stanno approfondendo, riguardano la distribuzione e raccolta delle bici, l’individuazione di zone dedicate per la riconsegna dei mezzi in certe aree strategiche, l’integrazione con altre modalità di trasporto, per far sì che questi servizi contribuiscano a raggiungere gli obiettivi del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile rendendo sempre più conveniente l’utilizzo di mezzi alternativi all’auto.

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