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Obbligo vaccinale, copertura in ER in aumento. Ma Sensoli (M5S) denuncia: “Famiglie nel caos”.

E’ di questa mattina il Vademecum pubblicato dall’Ausl Romagna che dà indicazioni sulla documentazione da presentare per dimostrare l’assoluzione dell’obbligo vaccinale per l’iscrizione scolastica. Stando all’Ausl, in tutta la Romagna sono state inviate complessivamente 24.090attestazioni di idoneità vaccinale e 3.878 lettere alle famiglie dei bimbinon vaccinati o con cicli vaccinali incompleti rispetto all’età,contenenti cioè altrettanti appuntamenti. Uno sforzo che Ausl definisce straordinario, proprio per garantire la regolare iscrizioni degli interessati in tempo per l’anno scolastico ormai alle porte.

Ma ancora non si placano le polemiche attorno al “Decreto Vaccinale”.

Sulla comunicazione riguardo all’obbligo vaccinale per iscriversi a scuola ci troviamo ancora in una situazione di caos più totale nonostante manchi appena una settimana all’inizio dell’anno scolasticoafferma infatti Raffaella Sensoli,  capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, in un interrogazione indirizzata alla Giunta Regionale, proprio in relazione alla comunicazione delle certificazioni dell’obbligo vaccinale necessaria per poter iscrivere i figli ai nidi, materne e scuole dell’infanzia.

La stragrande maggioranza delle famiglie non ha ancora ricevuto l’annunciata autocertificazione dalle ASL – continua Sensoli – mentre la possibilità, annunciata da Regione e Ufficio scolastico regionale, che le aziende sanitarie possano comunicare direttamente ai Comuni e ai gestori dei servizi educativi lo stato vaccinale dei bambini, è stata di fatto sconfessata da una recente decisione del Garante per la privacy. A questo punto chiediamo che la Regione sospenda queste procedure e le faccia valutare proprio dal Garante. 

Il Garante della privacy, infatti in una decisione recente che riguarda la Toscana,  ha negato la possibilità alla Regione stessa di far inviare l’elenco dei bambini vaccinati e non vaccinati dalle ASL alle scuole in modo che gli istituti potessero prendere provvedimenti di espulsione o multe. Una possibilità, questa, prevista anche in Emilia-Romagna e sancita proprio nel vademecum inviato alle scuole lo scorso 25 agosto dove si specificava che per quanto riguarda i bambini iscritti ai nidi “le Aziende Usl sono già in possesso degli elenchi dei bambini iscritti e comunicheranno lo stato vaccinale direttamente ai Comuni/Gestori dei servizi educativi”.

“Un metodo che sembra essere in netto contrasto con quanto recentemente sancito dal Garante e che per questo andrebbe immediatamente verificato – conclude Raffaella SensoliPer questo chiediamo che si sospenda questa procedura e che si invii tutta la regolamentazione al Garante per una verifica attenta e rispettosa della privacy dei bambini e delle loro famiglie”.

Ma qual’è , di fatto, la situazione vaccinale dell’Emilia-Romagna? Questa questione è stata al centro della giornata di studi “Chi ha paura dei vaccini?”, che si è svolta nell’Auditorium di viale Aldo Moro, a Bologna. Un appuntamento organizzato dalla Regione (Agenzia sanitaria e sociale regionale), con il patrocinio di BIOM – Società italiana di storia, filosofia e studi sociali della biologia e della medicina, con l’obiettivo di comprendere, analizzare e comunicare le ragioni del fenomeno del calo delle vaccinazioni dal punto di vista della comunicazione, semiotica, filosofia della scienza, bioetica e storia della medicina.

Durante i lavori, è stato reso noto l’aumento della copertura vaccinale dei bimbi nati in ER nel 2014 e nel 2015 al 30 giugno 2017 rispetto alla situazione rilevata sei mesi prima (dicembre 2016). Ricordiamo, infatti, che la Regione Emilia Romagna ha approvato per prima, nel novembre 2016, una legge sui vaccini obbligatori per l’iscrizione dei più piccoli nelle scuole dell’infanzia 0-3 anni.

Più precisamente, per le vaccinazioni contro difterite-tetano-polio-epatite B l’aumento è di oltre un punto percentuale a distanza appunto di poco più di sei mesi dall’approvazione della legge regionale: la copertura, per i bimbi nati nel 2014, è passata dal 92,4% del 31 dicembre 2016 al 93,5% del 30 giugno 2017; per i nati nel 2015, nello stesso periodo si è passati dal 95,8% di copertura al 96,6%.

Ancora più consistente l’aumento – più di 3 punti percentualedella copertura del vaccino anti morbillo-parotite-rosolia, analizzata per i bimbi nati nel 2014: si è passati dall’87,2% al 90,7%. Dati in crescita, quindi, ma comunque nella grande maggioranza dei casi al di sotto della soglia di sicurezza del 95%, fissata dall’Organizzazione mondiale della sanità, motivo che spinse appunto la Regione a varare la legge sull’obbligo vaccinale, misura poi estesa a livello nazionale e anche per le scuole dell’obbligo.

E dopo i bambini, la Regione si pone anche il problema dell’estensione delle vaccinazioni al personale sanitario.

La nostra legge regionale sui vaccini- ha affermato l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi– è stata fatta prioritariamente per proteggere i piccoli, a partire da quelli più esposti: immunodepressi, malati cronici, affetti da patologie oncologiche. Prossimamente, però, dovremmo occuparci anche dei grandi, di chi lavora negli ambulatori, negli ospedali: è un ambito che non va assolutamente tralasciato”. È dunque iniziato un percorso di valutazione: “Oggi non pensiamo a una legge specifica- ha spiegato l’assessore-, piuttosto a norme di carattere organizzativo e di protezione del lavoro”. Si tratterà “di trovare il tempo per farsi vaccinare, di superare forse anche una certa pigrizia- ha concluso Venturi-, ma abbiamo bisogno di dare l’esempio dall’alto, altrimenti non siamo pienamente credibili nei confronti dei genitori”.

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