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Novafeltria, Ugl attacca: “Fermate degli autobus insicure per cittadini a autisti”

Una fermata senza pensiline con gravi disagi per l’utenza del trasporto pubblico locale a Novafeltria, in particolare la popolazione più giovane in uscita dalle scuole che usufruisce delle linee che toccano il Comune dell’alta Valmarecchia, in particolare la linea 160, esercitata anche con autobus lunghi 18 metri. E’ la situazione delineata da Ugl, sindacato degli autoferrontranvieri della Provincia di Rimini: “In qualità di rappresentanti dei lavoratori, siamo molto rammaricati per la poca considerazione che l’amministrazione comunale di Novafeltria dà al servizio di trasporto pubblico e agli operatori del settore, ma anche a tutta la cittadinanza che quel servizio lo usa e per fortuna lo fa  in maniera rilevante“.

Per quanto riguarda la fermata senza pensiline, spiegano, “la situazione, è vero  è la stessa da decenni, ma negli ultimi anni, per merito del buon funzionamento del polo scolastico del paese, il problema si è acuito, fino a diventare insostenibile“.

In particolare, secondo il sindacato,  “500 ragazzi (dati del 2018 forse nel 2019 in aumento) si riversano in piazza Vittorio Emanuele in concomitanza con l’arrivo di 9 autobus, dei quali uno lungo 18 metri, senza alcun tipo di protezione (marciapiedi,salvagente….)

Il 24 marzo 2018 il sindacato fece un  esposto, ma “nessuna risposta scritta e soprattutto nessun provvedimento è stato preso dall’amministrazione di Novafeltria, per mettere in sicurezza il luogo in questione“.

“Per Ugl esistono in sostanza seri problemi di sicurezza a scapito di utenza, cittadini e autisti: “I lavoratori del settore e la conservazione del loro posto non interessano a questa amministrazione (visto che gli autisti in caso di sinistro potrebbero perdere la patente e quindi il lavoro), ma i provvedimenti comunque vanno presi subito , non tanto per gli autisti, ma per la sicurezza dei cittadini ed in particolar modo dei minori. In vista dell’imminente inizio dell’anno scolastico, auspichiamo soluzioni tangibili, che non sono praticabili con i se e con i ma; i progetti sulla carta, più o menmo faraonici, non servono e non interessano a nessuno nel momento in cui si dovesse verificare un danno alle persone.  Se il problema è la mancanza di soldi per quella che dovrebbe un giorno essere la soluzione definitiva, allora troviamone una intermedia, ma comunque non possiamo venir meno alla sicurezza e al rispetto del codice della strada, che vieta espressamente di effettuare fermate in modi simili a quello attualmete praticato. Confidiamo quindi in un risveglio di ciò che da molto è assopito”.

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