Sabato prossimo, 10 giugno, a Novafeltria, presso il Teatro Sociale, alle 17,00, Riccardo Magnani terrà una conferenza dal titolo: “Leonardo da Vinci e l’America proibita di Pandolfo Malatesta”.
Di seguito un intervento del Prof. Magnani sull’argomento:
“Leonardo da Vinci è universalmente riconosciuto come la più brillante mente dell’umanità, eppure di lui non conosciamo praticamente nulla.
Tutto quello che fino ad oggi è raccontato della sua vita e delle sue opere, infatti, è stato fortemente condizionato dagli accadimenti occorsi e dalla cultura dominante cattolica, che ha stravolto il corso della storia rinascimentale e della nostra conoscenza più in generale; una storia che, alla luce di alcuni elementi oggettivi, va completamente riscritta, già a partire dai primi effettivi viaggi in America e le reali conoscenze di carattere geografico, astronomico e fisico in dote all’élite culturale dell’epoca.
La vita di Leonardo da Vinci, di conseguenza, risulta completamente diversa da come ci è stata sinora raccontata.
Questo sin dal principio, ovvero dall’episodio della sua nascita, essendo egli di origini nobilissime: il padre era Piero de Medici e la madre una principessa, con buona probabilità Bizantina, come ebbe a scrivere lo stesso Vasari.
Di indubbie capacità intellettive, LdV deve la sua celeberrima genialità al fatto di essere stato istruito sin dalla giovanissima età sui testi antichi precristiani, giunti a Firenze nel 1438 in occasione del Concilio, al seguito di Gemisto Pletone e dei dignitari bizantini che accompagnarono lui e i Paleologi; questo fece di Leonardo un riferimento culturale assoluto per i suoi contemporanei, seppur nella segretezza imposta dalla censura clericale, tanto che di lui esistono ritratti (ad oggi di attribuzione inedita) che ne descrivono ogni fase della sua vita, dalla adolescenza all’età matura; al tempo stesso, la sua condizione privilegiata lo fa diventare il tramite attraverso il quale le preziose conoscenze invise alla Chiesa Cattolica poterono mantenersi vive fino ad oggi.
Costretto a scappare da Firenze nel 1459, braccato dalla Chiesa e dai suoi alleati che intendevano mettere la mani sulle Americhe (visitate nel 1451 dai Medici, gli Sforza e Malatesta), un giovanissimo Leonardo, in incognito, giunge nel nord Italia, accompagnato dal suo mentore Poggio Bracciolini (l’uomo più colto del rinascimento fiorentino) e da Francesco Sassetti (banchiere, amico intimo dei Medici) per portare in salvo quell’antica conoscenza della quale fu incaricato di farsi testimone e diffusore.
Qui affresca un’intera sala di un palazzo rinascimentale ai confini del ducato milanese degli Sforza, nella quale lascia una preziosa testimonianza di quelle che erano le conoscenze di carattere geografico, astronomico e spirituale prima dell’avvento dei monoteismi religiosi; un lascito che rappresenta un vero e proprio tesoro esoterico senza pari nell’intera storia dell’arte, precedente e successiva, a cui tutti i principali artisti del rinascimento (Raffaello, Botticelli, Michelangelo, Cranach, Bosch) faranno riferimento nelle proprie opere.
Il lascito più prezioso di questa sala è un’intera partitura musicale, celata in uno straordinario volo di uccelli, espressione di quell’ordine naturale a cui tutto nella nostra galassia si rifà, ovvero quell’ordine vibrazionale determinato
dal moto degli astri, denominato dai filosofi “musica dele sfere celesti” e dalla scienza moderna “fisica quantistica”, che per Leonardo era semplicemente “il moto, causa di ogni vita”.
Questa stessa partitura musicale, attraverso i più grandi compositori delle varie epoche (da Giovanni da Palestrina, a Pachelbel, fino all’eccellenza di Bach) darà vita alle più belle sinfonie mai scritte, che proprio alla stesura musicale delle sfere celesti, raccontata dai più grandi filosofi greci (Platone, Pitagora, Cicerone) si rifaranno.
Oggi, a differenza di quanto finora raccontato, possiamo dire che proprio la musica, intesa come ripetizione delle vibrazioni dettate dai pianeti, sia l’eredità più importante lasciataci da Leonardo: è per questo motivo che ogni
opera pittorica di Leonardo da Vinci, oltre a conoscenze esoteriche, contiene degli evidenti riferimenti di carattere geografico, inseriti per permettere a chi doveva sapere di ritrovare questa sua preziosa eredità sapienziale.
Senza comprendere questo, non si può comprendere l’arte leonardesca e ciò che in essa è contenuto.
Allo stesso modo faranno i più grandi pittori del rinascimento, che inseriranno ripetutamente ritratti di Leonardo e gli scorci geografici da questi indicati, nelle proprie opere.
Ultima Cena, Gioconda, Annunciazione, Vergine delle Rocce: ognuna di queste opere ci racconta un pezzetto di quella conoscenza antichissima che Leonardo ci consegna e che altrimenti, a causa delle Inquisizioni, sarebbe andata perduta; ma soprattutto, ogni opera costituisce una tessera di un puzzle attraverso il quale ripercorrere il viaggio che conduce alla preziosa sala in cui Leonardo deposita l’intera partitura della nostra galassia.
Come diceva Goethe: “Qual è la cosa più difficile di tutte? con gli occhi vedere ciò che dinanzi agli occhi sta”; grazie alle scoperte raccontate in questo film, è come se, oggi, stessimo scoprendo (dovremmo dire “disvelando”) per la prima volta Leonardo da Vinci, la cui conoscenza è stata finora “velata” da chi, oggi come allora, aveva interesse a tenere nascosta la verità circa la vera scoperta delle Americhe e le menzogne raccontate dalle Sacre Scritture.
La conferenza sarà un inedito e sorprendente viaggio all’interno del mondo segreto di Leonardo da Vinci e del contesto storico in cui egli visse, così da permettere di accedere a stanze di conoscenza finora inesplorate.
Al tempo stesso, a motivo di alcune scoperte inerenti la Vergine delle Rocce e alcuni particolari del dipinto ad oggi sconosciuti, ma che saranno largamente annunciati nel corso della conferenza stessa, sarà mio intendimento coinvolgere la città di Urbino, la sua Università nella figura della dott.ssa Amadori e il prof. Sgarbi, a cui chiederò di farsi ambasciatore, in una iniziativa volta a effettuare analisi spettrometriche non invasive sul dipinto conservato al museo del Louvre”.
Note sull’autore:
Riccardo Magnani nasce a Lecco nel 1963.
Laureato in Economia all’Università L. Bocconi di Milano, da diversi anni si dedica allo studio di Leonardo da Vinci del Rinascimento.
Autore di diverse pubblicazioni, tiene conferenze in tutta Italia.
Attualmente è impegnato nel progetto di documentare con la BBC i riflessi delle sue scoperte e nella stesura di una scenografia per un film sulla vita del genio fiorentino e del contesto storico, politico ed economico che ne condizionarono l’esistenza e le opere e che ritiene fondanti dell’odierna società.