Un medico dell’ospedale di Novafeltria con la complicità di una infermiera nel 2017 aveva scambiato la provetta con la sua urina con quella di una giovane per evitarle una denuncia. La ragazza era giunta all’ospedale dopo un incidente per effettuare le analisi e stabilire se avesse assunto droga o alcool. Inizialmente il medico aveva deciso di fare l’esame della sola urina. La ragazza era entrata in bagno ed aveva trovato la provetta già piena dell’urina del medico. Viene anche fatta l’analisi del sangue come vuole il protocollo in caso di incidente stradale. Dopo pochi giorni una infermiera racconta al suo primario ciò che un’altra infermiera gli ha raccontato in confidenza. Il primario denuncia tutto all’Ausl e alla Procura della Repubblica.
Le indagini hanno confermato che la ragazza aveva assunto sostanze stupefacenti (analisi del sangue) mentre l’esame dell’urina aveva dato esito completamente pulito. Per il medico è scattata la denuncia per favoreggiamento e falso in atto pubblico. Coinvolta anche un’infermiera che era a conoscenza dello scambio ma ha preferito tacere. A processo finiscono in tre il medico 52enne (difeso dall’avvocato Andrea Muratori), l’infermiera (avvocato Piero Venturi) e la ragazza (avvocato Giuliano Renzi).
La prima udienza presso il tribunale di Rimini si è svolta nei giorni scorsi. L’Ausl Romagna si è costituita parte civile. L’unica cosa che rimane un mistero è il movente. Nessuno conosce il motico che ha spinto il medico allo scambio delle provette.