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Novafeltria, il Comitato “Giù le mani dall’ospedale”: “Ci vuole una tenda per fare i tamponi!”

Nel novembre dello scorso anno la stampa locale riportava: “Quello dell’esecuzione dei tamponi sarà un ulteriore servizio per l’alta valle”.

Questa dichiarazione rilasciata – scrive il comitato cittadino “Giù le mani dall’ospedale di Novafeltria” – alla stampa dal dott. Zanchini medico di medicina generale convenzionato nonché sindaco di Novafeltria e attuale Presidente dell’unione dei comuni ed assessore con delega ai Servizi Sociali e socio sanitari e rapporti con il Comitato di Distretto, è stata sostanzialmente ribadita nel gennaio di quest’anno, nel consiglio Comunale di Novafeltria, in risposta ad una interrogazione della minoranza che denunciava il potenziale pericolo di contagio causato dai pazienti che effettuavano tamponi all’interno dell’ospedale Sacra Famiglia”.

Non ci siamo accontentati delle rassicurazioni del Sindaco e di quelle della Direzione dell’AUSL – riferisce la presidente del Comitato “Giu’ le mani dall’Ospedale di Novafeltria – ed eravamo intenzionati  di coinvolgere i NAS, non prima di aver tentato l’ennesima denuncia a mezzo stampa, se non si fosse risolta la questione degli assembramenti delle persone che necessitavano di un tampone e che transitavano all’interno di un corridoio di passaggio di utenti e sanitari che porta ai reparti, radiologia e ambulatori specialistici. Preciso che l’accertamento diagnostico (tamponi)  riguardava soggetti con sintomi acclarati o contatti diretti con infetti e ci pareva particolarmente pericoloso che una media di 80 persone al giorno passassero all’interno di un corridoio aperto a tutti, soprattutto con l’avvento della variante inglese contagiosissima”.

Non sappiamo se sia stata la minaccia di coinvolgere i Nas o la nostra interlocuzione – scrive ancora il Comitato “Giù le mani dall’ospedale di Novafeltria” – con la direzione Generale dell’AUSL, sta di fatto che qualcosa si è mosso e cioè, che il laboratorio tamponi sarà utilizzato solo per controlli fine quarantena.  Per i pazienti fragili o con difficoltà motorie i tamponi verranno fatti a domicilio, mentre tutti gli altri saranno costretti a recarsi a Rimini per effettuare un tampone.

Questa soluzione non ci trova parzialmente d’accordo, perché, la necessità di fare tamponi continuerà per molto altro tempo. Siamo pertanto convinti che un luogo accessibile in auto o l’utilizzo di una tenda nel piazzale antistante l’ospedale risolverebbe il problema definitivamente, senza costringere i cittadini dell’Alta Valle ad un ulteriore pendolarismo per avere prestazioni mediche  e/o specialistiche.

In conclusione dobbiamo constatare ancora una volta – scrive ancora il comunicato –, che il Sindaco Zanchini ha fatto spallucce. In questa rivendicazione bastava poco per convincere l’Ausl a fare la cosa giusta e lui aveva le leve per fargliela fare… Speriamo ci ripensi, anche perché rimarrebbe difficile spiegare che: quello era il servizio che aveva pensato, a Novembre,  per i cittadini dell’Alta Valle”.

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