Cerca
Home > Eventi Cultura e Spettacoli > Novafeltria: una giornata dedicata al conte Galasso da Secchiano, “l’impalatore di Piega”

Novafeltria: una giornata dedicata al conte Galasso da Secchiano, “l’impalatore di Piega”

Il 27 ottobre nel teatro di Novafeltria, dalle 16 e 30 in poi, si potrà ascoltate una storia straordinaria e terribile. Quella del conte Galasso da Secchiano, “l’impalatore”.

Detto anche Galasso da Montefeltro, cugino del celebre Guido capo del Ghibellini in Italia, il Conte di Secchiano è citato con ammirazione da Dante nella sua Commedia, anche se nella battaglia di Campaldino aveva combattuto contro di lui.  L’Alighieri non parla però di un episodio che invece è rimasto tutt’ora ben impresso nelle memorie della Valmarecchia: il massacro nel castello di Piega, sulla riva opposta del Marecchia.

Come annotano gli Annali Cesenati: “Millesimo CCXCVIII die XXIX mensis Madii. Comes Galassus de Seclano cum Cesenatibus (Galasso era all’epoca podestà di Cesena) et suis amicis de Monte Feltro, obsedit Castrum Plege et vi accebit illud Bartholinum et Aulivarium filium ejus turpissima morte, scilicet affixos in palo, fecit perire; et Tinacium, qui erat de ipsa Domo, et multos alios gladio fecit interimi, qui ipsius Galassii Comitis erant capitales inimici”.

Secondo alcuni, la vendetta per quell’eccidio fu altrettanto spietata. Accanto a Galasso, a Piega ci sarebbe stato anche il suo congiunto Corrado, Conte di Pietrarubbia. Ma appena rientrato nel suo castello, i sudditi si ribellarono facendolo a pezzi e sterminando tutta la sua famiglia. Inoltre i ribelli, che si misero prontamente sotto la protezione del Comune di Rimini in mano ai guelfi Malatesta, “tennero prigioniera per parecchi mesi la moglie di Corrado, Costanza, per essere sicuri che non fosse incinta e che quindi non ci fosse discendenza”.

Ma il cronista bolognese Pietro Cantinelli, che scriveva nel 1307, indica come data del massacro di Pietarubbia il 20 maggio. Quindi nella faida le parti sarebbero state invertite e la spietata azione di Galasso una ritorsione contro l’eccidio dei suoi parenti.

A Novafeltria per parlare del controverso Galasso da Secchiano sarà riscoperto fra l’altro  il libro “Clarice”,  un romanzo storico, fin qui inedito, scritto nel 1880 da Enrico Carboni.

Scrivono Claudio Cardelli, Vincenzo Sebastiani ed Enrico Verona nella presentazione:
“La vicenda dell’eccidio degli Olivieri di Piega, mediante impalatura, ad opera del “tiranno” Galasso da Secchiano, in passato ha tenuto spesso banco nelle fredde serate del lungo paese diviso in quattro borghi, Pietrasalara, Ca’ Modello, le Ville e Ca’ Rosello, adagiati sulla strada Marecchiese che corre da Rimini a Sansepolcro. Quando il tempo trascorreva senza televisione, internet, centri commerciali e di svago, le famiglie del luogo si ritrovavano sovente presso le loro dimore, magari davanti ad un caminetto acceso, per “la veglia” fatta di tante parole e pochi sobri generi di conforto. Lo sperone di roccia incombente su Secchiano, su cui era appollaiato il castello del condottiero con le sue cupe rovine, certamente contribuiva poi ad accrescere l’aura di tremendo mistero che aleggiava attorno a Galasso e le sue gesta”.

Quanto rimane del castello di Secchiano

“In questa gloriosa vallata piena di storia e di storie, tra l’impietosa prigionia di Cagliostro nel forte di San Leo, lo scandaloso “ballo angelico” e la conseguente devastante frana, come punizione divina, di tutto il paese di Majolo, e l’impalatura degli Olivieri ad opera di Galasso, non c’era che l’imbarazzo della scelta per rivivere nei racconti antiche e cupe vicende, divenute col tempo leggendarie”.

“Non è azzardato, dunque, pensare che questo romanzo: “Clarice, romanzo storico medievale” altro non sia se non la rivitalizzazione della tradizione orale tramandata, fino al secondo dopo guerra, sull’evento accaduto nel 1298, in questa nostra valle del Montefeltro, ad opera di Galasso da Secchiano (alias da Montefeltro), ghibellino, contro gli Olivieri di Piega, guelfi”.

Il borgo restaurato di Piega, ai piedi di San Leo

“Siamo venuti in possesso del dattiloscritto grazie alla disponibilità dell’ultimo erede della famiglia dell’autore, Enrico Verona, attuale proprietario della loro antica residenza di Secchiano Marecchia”.

“Il romanzo scritto da Enrico Carboni verso la fine del 1880, non è mai stato pubblicato per cui è un inedito. Un tentativo di pubblicazione fu fatto dallo stesso Enrico, emigrato per lavoro in provincia di Pisa, attraverso l’editore pisano Angelo Valenti, come testimonia la presentazione di seguito riportata integralmente.
Pensiamo che la lettura di Clarice possa rappresentare per noi valligiani, per gli appassionati di storia sulle tracce delle nostre antiche radici e per qualunque persona con un minimo di curiosità verso il nostro passato, un’occasione di piacevole, singolare e arricchente lettura”.

Il programma prevede, dopo il saluto delle autorità, una proiezione di video e immagini a cura di Luca Mandolesi (adArte), sul tema “Panorami castrensi: metodologia per gestore la complessità del dato dal test al 3D”.

Seguirà l’intervento di Roberto Monacchi “Galasso da Secchiano alias Galasso da Montefeltro”.

Quindi Gian Paolo Giuseppe Schaff parlerà delle “Esperienze potestarili toscane di Galasso da Secchiano”.

Infine Enrico Angiolini tratterà di “Galasso Podestà e Capitano del Popolo di Cesena”.

Moderatore sarà Alessanro Marchi, mentre gli intermezzi saranno di letture da “Petra Rubea” di Pio Bianchini e, appunto, “Clarice, una castellana del medioevo” di Enrico Carboni.

Accompagnamento musicale di Mauro Menghini.

Ultimi Articoli

Scroll Up