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Novafeltria: “Buona la discussione ma a sinistra non si sono superati i distinguo di appartenenza”

Avendo frequentato assiduamente molti dei tavoli tematici che hanno visto inizialmente una larga partecipazione dei cittadini di Novafeltria chiamati a dialogare sui problemi e le opportunità che il corretto amministrare dovrebbe affrontare per definire la direzione da intraprendere in ottica sia locale che globale, “glocal” come si dice oggi, mi pare quantomeno riduttivo focalizzarsi su aspetti marginali come la sistemazione di aiuole che pure urtano la sensibilità di alcuni che si ritengono, a ragione, fondatori di quel gruppo di discussione.

Forte e chiara era emersa in quei tavoli la volontà partecipativa dei cittadini ad intervenire su temi certamente più complessivi; a partire dalle questioni di urbanistica e il loro sviluppo nelle scelte sulla viabilità-mobilità alla ricerca di sicurezza delle arterie principali ed inclusione delle periferie.

Si era sviluppata così la visione di un percorso che teneva insieme tutti gli aspetti di un territorio: i luoghi preservati da un passato che ci vedeva “arretrati” ed oggi preziosa risorsa, la popolazione che ha ancora la possibilità di non aderire a modelli di sviluppo che stanno dimostrando tutti i limiti di sostenibilità.

Queste suggestioni erano emerse con ricchezza di dettagli ed indicazioni di buone pratiche per poterle realizzare. Su tutto il concetto di partecipazione che dovrebbe essere, nelle intenzioni, il metodo per arrivare a decisioni, compreso l’ordine delle priorità, su interventi condivisi; non mero ascolto. Chiara la consapevolezza di evitare l’asservimento ad interessi particolari come nell’eclatante attuale questione sanitaria (ospedale e cliniche private) o altrettanto nella logistica di servizio all’industria, vera beneficiaria di superstrade ad alto impatto ambientale.

La partecipazione è estremamente contagiosa per i cittadini che tendono a cronicizzarla fino a farla divenire pandemica. La prima dose di vaccino, purtroppo, ce la siamo somministrata con i dissidi interni per la leadership tra chi non ha saputo superare i distinguo di appartenenza.

Comunque faccio gli auguri al P.D., senza ipocrisia, ma temo che resterà minoranza e spero vorrà essere un po più opposizione. Indispensabile in democrazia lo sviluppo di una alternativa ed apprezzo la scelta di raccogliere elaborato programmatico di Nova è. 

Mi perdonerete la diffidenza che suggerisce di attendere la prova nei fatti a verifica della volontà di dare vita al processo di democrazia partecipativa di cui tanto si fa sfoggio in tutti i programmi elettorali già dalle scorse elezioni da tutte le compagini in campo.

pb

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