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Novaè: “L’ospedale di Novafeltria attende risposte certe su chirurgia, medicina e pronto soccorso”

Il gruppo Novae’ esprime, in un comunicato una profonda preoccupazione sullo stato dell’ospedale Sacra Famiglia  e fa  proprie molte delle considerazioni  del “Comitato”. In particolare Novaè chiede che l’ospedale “abbia:

  • un reparto di medicina generale,
  • un reparto di chirurgia semplice che effettua interventi in day surgery o eventualmente week surgery
  • il servizio di  pronto  soccorso (specifico di area disagiata) presidiato da un organico/medico  dedicato all’emergenza/urgenza inquadrato da protocollo di disciplina emergenza/urgenza.

“Purtroppo, secondo il gruppo,  in questi  ultimi cinque anni non è stato fatto alcun passo in avanti in questa direzione, nonostante gli attuali amministratori , in tempi non sospetti, avessero sostenuto le istanze  che ancora oggi il Comitato porta avanti con impegno e competenza.

Le recenti dichiarazioni del nostro sindaco   relative al summit svoltosi a Casteldelci ci lasciano molto perplessi perche’ non fanno  menzione di nuovi servizi,  ma solo di un  esiguo aumento di ore, fra l’altro incapace  di evitare  le continue peregrinazioni degli utenti delle prestazioni specialistiche .

Ci sono invece molte risposte non pervenute , come ad esempio la stabilizzazione  dell’attività chirurgica , la mancanza di personale in grado di sostituire quello in ruolo  nel periodo delle ferie, gli atti necessari a far ripartire la ginecologia, la ripresa del day hospital oncologico  oggi di fatto possibile solo a Santarcangelo o Rimini, i tempi di attesa per l’ecocardiogramma con un’agenda chiusa fino a maggio 2022 o per le visite oculistiche rimandate a luglio 2022 o per una colonscopia posticipata a gennaio 2022

Totale infine  il silenzio sul pronto soccorso, presidio di vitale importanza per la sopravvivenza di  un territorio montano, purtroppo oggi  inadeguato rispetto agli standards di un servizio efficiente e rispettoso delle norme.

A questo si aggiungono i disagi  giornalieri dei cittadini nel rapporto con il medico condotto, legati al   bisogno di un maggior affiancamento  e di una presenza puntuale  presso i pazienti piu’ anziani od in difficoltà.

A noi piacerebbe iniziare  a parlare di rilancio del servizio pubblico e di una riforma in grado di superare i tecnicismi che in questi anni ne hanno svilito il valore. Specie  nelle zone disagiate il privato non puo’ pensare di sostituire il pubblico  e non  sono accettabili mesi di attesa  per una visita urgente, che diventano ore presso un ambulatorio privato , magari sempre con lo stesso professionista

Se continuiamo a far finta che tutto vada bene c’è il rischio di compromettere il futuro dell’entroterra, per questo diciamo forte e chiaro  che il malato non deve diventare  un affare 

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