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Non solo Elvis: HBH Band questa sera a Monfefiore per beneficenza

“Signori e Signore, ecco a voi gli HBH! ” La band romagnola è nata nel 2013, e che ha debuttato come gruppo ad Italia’s Got Talent, si esibirà, questo sabato, a Montefiore Conca, al Teatro Malatesta, per la Rassegna l’Autunno Musicale.

Il ricavato della serata andrà in beneficenza. L’HBH Band (HBH sta per “Heartbreak Hotel”), porterà sul palco tanta energia e divertimento, suonando una musica intramontabile che va dagli anni ’40 fino agli ’80.

La band è composta da: Beatrice Massari, 24 anni, da San Marino, che è la cantante. L’altro cantante, invece, è Patrick Longhi, 26 anni, da Misano, mentre al contrabbasso troviamo Enrico Ricci, 24 anni, di Corpolò, Andrea Mazzotti, 23 anni, di Savignano, alla chitarra, Federico Bianchi, 21 anni, di Rimini alle tastiere, e infine Joe Bartolucci, 26 anni, di Coriano, alla batteria. Joe ricopre anche il ruolo di produttore. Fa parte della band il nostro fonico e tecnico Eugenio Massari, che viene da San Marino e ha solo 18 anni. Abbiamo provato a chiedere a Beatrice qual è il segreto degli HBH.

Beatrice, chi di voi è stato a fondare la band?

«In realtà, nessuno dei componenti attuali ha fondato la band. Nel tempo abbiamo cambiato molte cose! L’idea iniziale è nata dal nostro primo cantante Andrea, che non è più nella formazione dal 2015».

HBH sono le sigle “Heartbreak Hotel” giusto?

«Sì, HBH è l’abbreviazione di “Heartbreak Hotel”, una famosa canzone di Elvis Presley. La band, infatti, era nata come una tribute band di Elvis. Come dicevo, nel tempo abbiamo ampliato il repertorio e modificato la formazione, ma a questo nome siamo particolarmente affezionati! Così come alla canzone, che utilizziamo come brano di apertura ai nostri concerti».

Che genere di musica fate?

«Attualmente, il nostro spettacolo è composto da vari generi musicali, spaziamo dallo swing anni ’30-’40 fino alla disco anni ’80-’90. In realtà, per noi non è importante legarci ad un genere specifico: quello che cerchiamo di fare è costruire uno show che sia divertente ed emozionante per tutti, per cui abbiamo scelto tante canzoni famose e le abbiamo messe insieme per raccontare una storia e creare una specie di varietà, fatto non solo di musica ma anche di coreografie, gag e molti momenti di coinvolgimento e partecipazione del pubblico. Come farebbe un DJ insomma, ma noi, ovviamente, lo facciamo suonando dal vivo».

A proposito di show, che esperienza è stata partecipare ad Italia’s Got talent?

«In realtà, io non ero ancora nella band, solo Joe e Enrico erano in quella formazione. Mi hanno raccontato che è stata una bella esperienza! Hanno passato il turno con quattro sì, e anche se in montaggio molta parte dell’intervista, come succede spesso, è stata tagliata, sono stati molto tempo sul palco a parlare con i giudici. Immagino che per dei ragazzi di 20-21 anni, entrare in uno studio televisivo e confrontarsi con delle celebrità della tv italiana sia davvero un’emozione incredibile. Joe me ne ha sempre parlato, soprattutto come un’esperienza educativa, perché partecipare ad un programma televisivo così complesso svela molti segreti sulla produzione televisiva e su come funziona la musica in quel contesto! Viaggiare insieme così tanto, prima i provini a Milano, poi la registrazione della puntata a Roma, perseguendo un obiettivo comune ha anche portato una bella coesione tra i ragazzi della band. E soprattutto, apparire in tv ci ha anche fatto una certa pubblicità che è stata davvero utile nei primi mesi di lancio del gruppo!».

Dove vi esibite principalmente?

«Solitamente ci esibiamo in piazza, in occasione di sagre, feste paesane, fiere. Abbiamo la fortuna di suonare in giro per tutta Italia: solo quest’estate abbiamo fatto 50 concerti da Milano a Terni, e siamo persino stati all’estero, in Svizzera e Slovacchia. Siamo anche felicissimi di tornare per il secondo anno consecutivo ad esibirci a Praga, dove andremo a dicembre».

Questa sera sarete a Montefiore, vero? Ci volete dire qualcosa della serata?

«Quella di sabato è una serata a cui teniamo molto, non solo perché non ci siamo mai esibiti al Teatro Malatesta, ma soprattutto perché è la prima di una grande rassegna di beneficenza, che tutti gli anni aiuta molte persone, e siamo davvero emozionati all’idea di poter fare la nostra parte e partecipare con la nostra musica ad un evento così importante per il Comune. Inoltre, è uno dei pochi concerti di quest’anno in cui “giochiamo in casa”, e ci saranno tantissimi amici che non ci vedono da diverso tempo. Sarà una bella festa!».

Qual è l’obiettivo che vorreste raggiungere con la vostra musica?

«Vogliamo portare sul palcoscenico uno spettacolo divertente, coinvolgente e soprattutto leggero. Ci impegniamo al massimo per regalare a tutti coloro che ci ascoltano un momento di svago, di evasione, senza pensare troppo ai problemi e semplicemente condividendo dei bei momenti tra musica e risate. Per cui, lavoriamo sempre con passione per migliorarci e trovare nuove idee per stupire il nostro pubblico».

Gli HBH sono forti e sfonderanno nel panorama musicale italiano perché…

«Se siamo forti non possiamo saperlo, possono dircelo solo gli amici che vengono ad ascoltarci! Quello che speriamo è di poterci esibire sempre di più e portare la nostra musica in posti sempre nuovi. Dico “la nostra musica” perché, anche se facciamo cover, diamo sempre un tocco molto personale alle canzoni che facciamo sentire al nostro pubblico. Abbiamo uno spettacolo sicuramente originale, con il fatto che mescoliamo le canzoni tra loro senza mai smettere di suonare e con una formazione interessante, con due cantanti/ballerini. Speriamo che queste particolarità ci aiutino a distinguerci dagli altri e a far conoscere il nostro show in giro per l’Italia!».

Nicola Luccarelli

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