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Non è cadere ma è volare: Violetta Laiketsion, paracadutista a Rimini

Lanciarsi da un aereo e via. Una volta indossato il paracadute, possiamo gettarci tranquillamente nel vuoto e vivere una sensazione indescrivibile. Sembra un gioco da ragazzi. E invece non è proprio una passeggiata di salute. Per provare quella sensazione e soprattutto per non rischiare la vita, bisogna affidarsi a persone esperte che di lanci ne hanno fatti tanti in carriera. Persone come gli istruttori di Lanciati.it, associazione sportiva riminese che si occupa di promuove il paracadutismo sportivo. La Presidente si chiama Violetta Laiketsion, viene da Rimini, ed è una delle maggiori esperte in questo settore, con 15 anni di esperienza e 4000 lanci effettuati.

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Violetta Laiketsion, presidente di Lanciati.it

Violetta, possiamo definire il paracadutismo uno sport?

«Sì, il paracadutismo è uno sport meraviglioso, poco conosciuto dalla gran parte delle persone che spesso ne sentono parlare sui giornali solo quando avviene un incidente».

A proposito di incidenti, come si fa a evitarli?

«La percentuale di incidenti nel paracadutismo è relativamente bassa rispetto a tante altre attività sportive, anche quelle più comuni come ad esempio sciare. Dietro questi bassi numeri ci sono sacrifici di persone che pur di seguire la loro passione trascorrono tutti i fine settimana in aeroporto a lanciarsi e a studiare figure in caduta libera, per arrivare preparati alle gare nazionali che si svolgono tutti gli anni in Italia, per poi magari arrivare a competere anche con i migliori del mondo».

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Cosa si prova a lancarsi con il paracadute?

«Per iniziare a capire l’emozione che prova un paracadutista al primo lancio, si può farne uno in tandem. Non occorre fare nessun corso, grazie ad una particolare imbracatura che consente di volare in due (passeggero e istruttore) e a una vela molto grande, creata appositamente per lo scopo. E l’impatto a livello emotivo è già forte. Ma se poi dopo si partecipa al corso di paracadutismo, si inizia ad acquistare sensibilità nel volo in caduta libera e sentire l’aria. E si impara a muoversi con il proprio corpo in ogni modo, direzione, orientazione e rotazione possibile, sempre mantenendo il controllo.
La sensazione di volare liberi non corrisponde alla sensazione di volare nel vuoto. Anzi, ci si rende subito conto di come il cielo e l’atmosfera siano elementi dove l’uomo si può sentire assolutamente a proprio agio. La gioia che può dare il volo è indescrivibile!».

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Ed un lancio singolo, invece, come avviene?

«Dopo essere stato istruito con nozioni teoriche, l’allievo viene messo in condizione di provare una caduta libera dalla massima altitudine (nel nostro caso 4.200 mt.), e un atterraggio con un proprio paracadute. Naturalmente egli sarà adeguatamente supportato dalla presenza di due istruttori che, in volo, lo seguiranno fino al momento dell’apertura».

Cosa porta le persone a lanciarsi con il paracadute?

«Ci sono molte persone che lo fanno esclusivamente perché gli piace, quindi per il puro gusto di star bene con gli amici, di divertirsi e godersi il puro volo in caduta libera. Anche qui abbiamo come gli altri sport la possibilità di socializzare con altre persone e condividere le proprie esperienze, anche perché si sta tutto il giorno insieme in aeroporto e spesso la sera ci si ritrova a cena insieme a parlare della giornata e del proprie esperienze».

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Organizzate anche dei corsi per diventare un vero paracadutista?

«Sì. Il corso A.F.F. prevede 7 livelli di difficoltà che vedranno a diminuire il lavoro degli istruttori ed aumentare le capacità dell’ allievo fino al conseguimento del settimo livello, dove l’allievo avrà una totale padronanza della caduta libera, dell’uso della vela e più in generale di autosufficienza che gli permetterà di saltare da solo e senza controlli. Tutti i lanci del corso saranno filmati in caduta libera e saranno un importante strumento di lavoro per istruttori e allievo, in quanto permetteranno di compiere un’attenta disamina del lancio e correggere eventuali errori di posizione del corpo in caduta libera. I nostri corsi di paracadutismo si tengono tutto l’anno».

Dove si svolgono i corsi della vostra associazione sportiva?

«Lanciati.it propone e promuove l’attività di paracadutismo a Rimini e in Romagna. L’attività lancistica si svolge all’Aeroporto di Fano dove è presente una scuola di paracadutismo con istruttori di massimi livelli.
Si diventa Istruttori di paracadutismo dopo 1000 salti e una serie di esami fatti con esaminatori ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile). Sono esami molto difficili e solo in pochi riescono a superarli».

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Ci si può lanciare a tutte le età?

«I materiali utilizzati hanno una serie di sicurezze, che rendono quasi impossibile che un incidente sia causato dal paracadute. Gli incidenti, infatti, avvengono quasi elusivamente per errore umano. Quindi questo sport possiede tutte le garanzie di sicurezza. Se le persone che lo praticano seguono le regole del buon senso e se riconoscono i propri limiti, possono arrivare a 70 anni e lanciarsi senza nessun problema.
Questo per far capire che non è uno sport estremo o pericoloso come viene considerato dalla gran parte delle persone, ma tutti possono praticarlo».

A lanciarsi sono più le donne o gli uomini?

«Si crea una certa relazione tra le persone. Ci si lancia insieme senza pensare ad altro, spesso ci sono anche padri e figli che praticano questo magnifico sport insieme. Uomini e donne indistintamente».

Avete mai pensato di appendere il paracadute al chiodo?

«Difficilmente. Una volta iniziata questa attività sportiva, si appende il paracadute al chiodo solo e accade qualcosa che ti impedisce di usarlo ancora».

Nicola Luccarelli

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