Egregio Signor Sindaco,
Da riminese di nascita mi vergogno.
Il riferimento è alla Sua lettera aperta del 20 novembre scorso, ancora disponibile sul sito del Comune, le cui parole tradiscono ahimè una prospettiva a dir poco miope sul futuro della città. A rendere il tutto meno sopportabile, le recenti dichiarazioni di sostegno del Suo collega De Pascale per il progetto di parco eolico al largo delle coste ravennati: 65 pale eoliche e 60 ettari di pannelli solari galleggianti che “finiranno sulle brochure promozionali del turismo ravennate. Questo può essere un grande motivo di marketing: potremo proporci come un territorio che offre un turismo di qualità e una energia pulita”. Mi lasci la possibilità di ribattere a quella Sua lettera, per punti; se vorrà rispondere lo faccia nel merito tecnico, lasciando slogan e frasi fatte alle contrattazioni elettorali.
· I cambiamenti climatici in atto accentueranno inevitabilmente le già note fragilità del territorio costiero. Non solo l’innalzamento del livello del mare o l’intensificarsi dei fenomeni meteorologici estremi; pensiamo ai fenomeni erosivi, sempre più rapidi e violenti, al riscaldamento delle acque, alla diffusione di specie infestanti, alle formazioni massive di mucillaggini. Rimini è una macchina che in estate brucia quantità mostruose di energia. Vogliamo continuare ad alimentarne il motore con le fonti fossili, o possiamo finalmente farci testimoni di un cambiamento ambizioso nel segno delle fonti rinnovabili? Lei è un Sindaco, è al comando delle operazioni: serve il coraggio di prendere decisioni impopolari.
· Perché non lasciamo l’eolico offshore alla Danimarca, si chiede? Ovvio, meglio siano gli altri a farsi carico di attuare le soluzioni. Siamo sempre bravi a firmare piani, carte d’intenti, accordi internazionali da appiccicare alle bandiere blu sulla qualità del nostro mare. Dobbiamo dedurne che in Danimarca non ci siano stormi di uccelli sensibili allo spostamento d’aria delle pale? Che il Mare del Nord sia meno affascinante del nostro Adriatico e che le piattaforme al largo della nostra costa siano degne di una cartolina?
· Sarebbe bello se nella sua lettera avesse anche saputo descrivere ai lettori come la città di Rimini intenda contribuire ad uno dei target energetici nazionali al 2030: 900 MW di potenza installata con eolico offshore, peraltro già obsoleto alla luce del rialzo degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas climalteranti deciso dall’Unione Europea. Il “Piano Energetico romagnolo”, con i suoi fantomatici siti che produrranno megawatt per tutte le città della costa, ha un livello di vaghezza che non ci possiamo permettere.
“Il paesaggio, per la comunità riminese, è un valore non negoziabile. E questa comunità vuole avere sicuramente ruolo per dire la propria su un progetto così sfregiante.” Questa è la frase più paradossale ed emblematica della Sua lettera. Dovrebbe ascoltarla la Sua comunità, provando a mettersi nei panni delle nuove generazioni, provando a farsi un giro nelle scuole. Sono quei giovani che prenderanno in mano la Sua città, e la loro voce non ha meno valore solo perché non può ancora trovare espressione nelle urne elettorali. Provi a mettersi nei panni dei turisti di domani, che di questo passo non avranno nemmeno più una costa romagnola adatta ad ospitarli. E pensi a noi, cittadini preoccupati che sognano una svolta ecologica, e che sarebbero entusiasti di trovarsi al centro di un progetto finalmente degno di disegnare una Visione.
La ringrazio per l’attenzione che vorrà portare a questa mia riflessione e, auspicando un Suo impegno per rinnovare un puntuale confronto con la comunità, distintamente La saluto.
Cristina Ricci