Processo con rito abbreviato per Valerio Amato che il 22 marzo del 2017 massacrò il profugo nigeriano Emmanuel Nnumani.
Secondo la ricostruzione dei fatti, all’esterno del supermercato A&O di via Nazario Sauro è scoppiato un diverbio, forse per un parcheggio troppo brusco, fra il 31enne e il ragazzo nigeriano, conosciuto dagli abitanti del quartiere come una persona tranquilla che si arrangiava aiutando i clienti con i carrelli. La discussione è degenerata subito in rissa, con l’italiano che ha colpito l’africano con calci e pugni accompagnando le botte con insulti razzisti.
Diverse persone hanno assistito al fatto, ma nessuno si è accorto che l’aggressore aveva anche un coltello, con il quale ha colpito il nigeriano all’addome. Questi ha cercato di darsi alla fuga verso via Tolmino, ma l’uomo è salito sulla sua auto, l’ha inseguito e ha tentato più volte di investirlo, nonostante nell’abitacolo ci fosse anche suo padre che tentava di calmarlo. Poi si è allontanato, ma la sua targa era già stata annotata dai testimoni.
Inizialmente si pensava ad una aggressione a fondo razziale. Successivamente le indagini hanno accertato che Valerio Amato era seguito dal servizio psichiatrico.
L’udienza è stata fissata il prossimo marzo 2019. Emanuel che si è costituito parte civile ha chiesto un risarcimento danni di 800 mila euro. Nel frattempo il nigeriano era stato inserito nel progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Dopo il decreto Salvini Emanuel rischia di finire sulla strada nel 2020.
Ndella foto di copertina il vicesindaco Gloria Lisi con Emmanuel Nnumani