Non c’è solo l’obbligo di vaccinazioni nella legge regionale approvata. Vi sono anche nuove regole per i servizi rivolti alla fascia di età 0-3 in Emilia-Romagna.
Nella legge si ridefinisce il sistema educativo integrato dei servizi per la prima infanzia, flessibile e diversificato, con al centro il nido classico, con orari part-time e tempo lungo, inteso come principale servizio educativo con la doppia funzione formativa e di cura per i bambini e di sostegno delle famiglie.
Intorno al nido, una rete di servizi più flessibili (sperimentali, domiciliari, integrativi, spazi genitori-bambini) e più diversificati nelle proprie modalità organizzative per andare incontro a nuovi bisogni e alle scelte educative delle famiglie.
Il provvedimento riafferma la responsabilità degli Enti pubblici, nelle loro funzioni di controllo e regolazione dei servizi educativi, per avere elementi minimi comuni rispetto alla qualità pedagogica, alla tutela sanitaria, alle modalità di accesso e ai criteri di contribuzione, e introduce:
– processi di valutazione della qualità dei servizi e la valorizzazione del ruolo dei coordinamenti pedagogici territoriali, ora collocati presso i Comuni capoluogo;
– formazione del personale, ancor più importante per coloro che esercitano professioni di grande responsabilità dovendo interagire con i bambini;
– accreditamento dei servizi. Diventa ora condizione essenziale per poter usufruire dei finanziamenti regionali da parte di chi gestisce servizi privati. Fulcro dell’accreditamento, concesso dal Comune, è la valutazione della qualità del servizio in base a una serie di requisiti. Tra i requisiti c’è anche quello di presentare un piano per la prevenzione dello stress da lavoro correlato, considerato causa di atteggiamenti violenti e abusi da parte delle maestre nei confronti dei bimbi.
Niente telecamere per controllare a distanza le educatrici, dunque, ma un piano anti stress.