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Niente ristori covid per i pescatori riminesi, lettera alla ministra Calderone

Una vicenda che riguarda Rimini e la sua marineria, ancora una volta trascurata dalla burocrazia durante la pandemia, nonostante le tante azioni a favore della cittadinanza svolte in quei giorni. I pescatori riminesi sono “colpevoli” di avere tardato 3 giorni nella presentazione di una domanda, e quindi sono stati esclusi dai contributi per il fermo pesca 2020. È quanto emerge dalla lettera aperta che il presidente di Legacoop Agroalimentare nazionale, Cristian Maretti, ha scritto alla ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Elvira Calderone, chiedendole pubblicamente di intervenire per risolvere la questione, risalente al precedente Governo.

I fatti. Allo scoppio della pandemia anche il settore della pesca è messo in ginocchio e attende una serie di ristori governativi. In particolare il cosiddetto “fermo pesca”. Nel caos di quei giorni prima il decreto non arriva, poi per mesi mancano i provvedimenti applicativi. Quando vengono fatti partire siamo già al 3 febbraio 2021, un anno dopo. A quel punto l’infausto errore: il ministero dà pochissimo tempo per elaborare e produrre centinaia di domande, le marinerie e i loro centri servizi vanno in tensione. Nonostante una breve proroga l’errore è dietro l’angolo. In questo caso un ritardo di tre giorni, causato da un invio telematico. Ma per questo breve ritardo, i pescatori riminesi hanno perso i tanto attesi fondi del fermo pesca.

«Il 30 gennaio del 2023 viene spiegato, con il più educato dei toni burocratici da una nota del Ministero che i tre giorni di ritardo prevalgono su tutto e su qualunque altra considerazione», prosegue la lettera. Formalmente, la contestazione è ineccepibile.

Elvira Calderone

«Una lettera aperta — conclude Maretti — è di per sé l’ammissione di una sconfitta, in questo caso non solo come Presidente di un’organizzazione di rappresentanza (uno dei tanti “corpi intermedi a cui si fa riferimento durante i convegni”), ma anche di un cittadino di fronte alle istituzioni della Repubblica. Considerando però l’eccezionalità a cui tutti abbiamo dovuto fare fronte, e l’impiego consistente di fondi a ristoro di ogni tipo di categoria, ci saremmo aspettati dal Governo maggiore comprensione per i pescatori, a cui non si può fare una colpa di essere poco esperti di invii digitali. Sappiamo che la ministra Calderone è appena entrata in carica, ci appelliamo a lei un’ultima volta per capire se è possibile riaprire la vicenda, in modo da dare alla Cooperativa un contributo fondamentale per la sua stessa esistenza».

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