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Nella colonia Bolognese facciamo la scuola di amore per il mare

La Colonia Bolognese, soggetta giustamente a severi vincoli della Soprintendenza, è in attesa di coraggiosi compratori. L’Assessora Frisoni, in un recente articolo sul Carlino, auspicava una destinazione a grande struttura alberghiera. Ma i vincoli, i costi di ristrutturazione e l’esperienza fallimentare di Le Conchiglie (ex Colonia Dalmine), non depongono a favore di questa prospettiva.

In alternativa, suggerisco una soluzione che avrebbe il vantaggio di poter accedere a finanziamenti europei: Studentato universitario. Corsi universitari estivi di scienze tecnico/umanistiche inerenti il Mare Adriatico (collaborazione tra Accademia Laba, Unirimini, Università di Trieste, Università di Fiume, SAZU di Lubiana, APS BastaPlasticain Mare, Rimini).

“Le città sono costruite, come i sogni, con i desideri e le paure” (Italo Calvino).
La città sarà tanto più “bella” e più “vera” quanto più sarà in grado di esprimere i suoi sogni, i suoi desideri, le sue paure.

“Sono fellinesco, cioè col mio vero io sgangherato, quando mi trucco, mi nascondo, mi intrappolo, insomma, nella mia più indecente timidezza o improntitudine” (Federico Fellini).

Queso straordinario autoritratto di Fellini, è anche il ritratto di Rimini, città fertile di contraddizioni. E appunto su quell’ossimoro, che unisce timidezza e improntitudine, sarebbe bello lavorare, costruire senso, progettare, inventare e scoprire le autentiche potenzialità dell’immaginario collettivo, anche in previsione di Rimini Città della Cultura.

Potrà sembrare strano che un progetto “tecnico” prenda le mosse da due frasi “umanistiche”. Ma l’intento è appunto di studiare il mare Adriatico attraverso gli strumenti, in apparenza divergenti, delle discipline scientifiche e umanistiche.

L’Adriatico è il mare dei mille dialetti e delle lingue; il mare dei miti e della storia; separa l’Est e l’Ovest dell’Europa, teatro di guerre, scontri e alleanze. Fonte di civiltà, ha ispirato poeti, scrittori e pittori. È anche il mare degli scambi commerciali, della pesca, delle vacanze, del turismo. Questo mare merita di essere conosciuto, studiato in tutti i suoi aspetti, amato. Soprattutto deve essre difeso. E il progetto nasce appunto come baluardo, come “diga marittima” contro i tanti inquinamenti che lo minacciano e lo rovinano. Non basta allora la cultura umanistica, non può essere sufficiente la visione poetica letteraria e artistica, occorre affinare le armi di difesa. Dunque, al centro dello studio saranno poste discipline scientifiche specialistiche che cercano di risolvere i grandi problemi dell’ecosistema marino. Ma tali materie saranno “bilanciate” dal contributo di sensibilità umanistica che proviene dalla letteratura, dall’arte, dalla storia, dallo studio dei miti, delle religioni e delle lingue.

Questo progetto, “su misura” per Rimini, si pone come scuola “ospitale”, in cui lo studio approfondito si accompagna alla vacanza e alla esperienza fisica del mare. Per una tale scuola, innovativa, concreta e insieme visionaria, di cultura scientifica e umanistica, soprattutto di “amore per il mare” la sede ideale è, appunto, la Colonia Bolognese, un’architettura di un lontano passato balneare, riattivata e proiettata sul futuro, mantenendo, in un certo senso, la vocazione originaria di luogo destinato all’esperieza “salutare” del mare. Nel 1932 è stata costruita perché i bambini traessero beneficio dal mare, dopo quasi un secolo saranno i giovani studenti a prendersi cura del mare.

Intorno alla centralità della didattica, il progetto prevede diverse funzioni integrative: Museo del turismo adriatico e delle sue architetture. Museo del design balneare e dei manifesti d’autore. Collezione dei Mosaici pavimentali romani (ora custoditi dalla Curia e non visibili). Galleria per mostre temporanee d’arte visiva, e spazi per residenze e studi di artisti. Spazio dedicato alla moda balneare (con relativo spazio per sfilate), gestito da LABArimini e da Unirimini. Eventuale ristorante self-service per gli studenti, aperto a tutti, e ristorante di eccellenze marinare, in collaborazione con il vicino Istituto alberghiero. Laboratorio navale per la costruzione di derive in legno, recuperando la gloriosa tradizione degli Snipe o “beccaccini” (in passato prodotti a Rimini), come simbolico gesto di “ritorno al legno” contro l’imperante vetroresina.

Mi auguro che una cordata di imprenditori illuminati e lungimiranti e visionari, l’Ente pubblico, la Regione e gli Istituti di Credito, fiancheggino le Istituzioni scolastiche, pubbliche e private, interessate a questa mia proposta.

Vittorio D’Augusta

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