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Nel Rotary funziona così

Riceviamo e pubblichiamo

Buongiorno Direttore
In relazione a quanto pubblicato in data 26 marzo 2023 su Chiamami città, a firma di Giuliano Bonizzato, La informo che quanto scritto nell’articolo pubblicato non rappresenta correttamente né la storia del Rotary, né il nostro Rotary Club, ma solo l’opinione personale, distorcente i fatti, di Giuliano Bonizzato.
In qualità di Presidente del Rotary Club Rimini Riviera ritengo doveroso informarLa che i nostri organi direttivi si riservano di intervenire a tutela dell’immagine dell’organizzazione che rappresento.
Distinti saluti
Roberta Mariotti

Risponde l’autore del pezzo Avv. Giuliano Bonizzato.

Debbo innanzitutto premettere che, come risulta anche da articoli a mia firma apparsi sulla stampa locale (all. 1) l’ingresso delle donne nel Rotary, di cui mi onoro far parte quale Socio fondatore e Past President del Club Rimini Riviera, mi ha sempre trovato favorevole, convinto, come ho scritto, che ‘l’ingresso nel Rotary delle donne “leader” nei più vari settori, abbia ampiamente dimostrato quanto sia prezioso il loro apporto a favore della collettività. Opinione che avrebbe dovuto indurre la Dott. Roberta Mariotti, con la quale ho sempre intrattenuto buoni rapporti, a una certa cautela nella valutazione dei miei scritti. Nella fattispecie, spiace dirlo, le sue osservazioni appaiono del tutto fuori luogo per non dire incomprensibili data la loro genericità e la mancanza di una motivata richiesta di rettifica. Richiesta, d’altronde, impossibile da avanzare dal momento che non ho ‘distorto’ nulla, non ho riferito ‘opinioni personali’, non ho minimamente accennato a club italiani né tantomeno locali ma ho semplicemente e pedissequamente richiamato vicende processuali che fanno parte da più di un ventennio della storia ufficiale del Rotary. D’altronde l’iter giuridico percorso negli USA onde pervenire alla modifica di uno statuto che prevedeva la cooptazione di leader esclusivamente di sesso maschile, presenta aspetti davvero peculiari. Basti considerare che la Corte Suprema degli Stati Uniti, onde consentire la modifica dei citati statuti, ha stabilito, dopo alterne e contrastanti vicende giudiziarie, il principio che ‘un club Rotariano non può vantare i diritti costituzionali che garantiscono l’autonomia di un’associazione privata’. Questa decisione non deve sorprendere. Negli USA infatti le iniziative che nella maggior parte delle nazioni europee vengono considerate di carattere esclusivamente privato, assumono talvolta una connotazione pubblica tale da prevalere su diritti civili apparentemente incontestabili. La sintetica conoscenza del citato caso giuridico era d’altronde necessaria ai lettori per la comprensione dei risvolti umoristici della successiva pièce teatrale ambientata in Inghilterra. Qui, all’ora di cena, una modesta casalinga manifesta un forte sentimento di gelosia nei confronti della ‘amicizia rotariana’ tra il marito e le affermate professioniste e manager che lui si accinge ad incontrare al Club come ogni settimana. Alle lacrime di Sally (che respinge l’invito di uscire assieme) fa riscontro la reazione di Fred che, al fine di rasserenarla, finge un anacronistico rimpianto dei famosi ‘club esclusivi’ anglosassoni talmente intransigenti da non ammettere neppure la presenza di personale femminile. Ed allora… ‘Don’t cry darling ! I’m staying with you tonight!’. Pace in famiglia, innanzitutto.
La Dott. Mariotti infine (facendo parte solo da pochi anni del nostro ultraquarantennale sodalizio) non si è evidentemente resa conto che avevo trattato l’ interessante e complessa questione giuridica cui ho brevemente accennato, approfondendola e commentandola in una dettagliata relazione tenuta al Club e riportata a suo tempo da un nostro periodico.(all. 2).
Avrei potuto chiarire direttamente alla Presidente del mio Club quanto sopra esposto se, prima di contattare la Direzione, mi avesse cortesemente preavvertito.
Giuliano Bonizzato

(allegato 1)

Resto del Carlino 27 novembre 2017

CRONACHE MALATESTIANE

Giuliano Bonizzato

Nella nostra città esistono due club originariamente maschili, (Rotary Rimini e Rimini Riviera) i quali hanno recentemente modificato il proprio Statuto e Regolamento trasformandosi in “misti”. Può essere interessante, a tal proposito, esaminare l’iter giuridico percorso negli USA per risolvere la vertenza, insorta nel 1977 tra il Rotary Club di Duarte in California, che aveva cooptato quali socie tre signore, e il Consiglio Direttivo Centrale che aveva dichiarato tale comportamento contrario allo Statuto del Rotary International. Il Club fece ricorso nel 1983 alla Corte Superiore della Contea di Los Angeles richiamandosi e a una legge californiana che sanciva il diritto delle donne ad entrare in tutte le Associazioni d’Affari (business establishment). La Corte respinse il reclamo, stabilendo come l’eventualità di trarre vantaggi personali entrando in un Club rappresentasse “un aspetto del tutto secondario e accidentale rispetto agli scopi principali dell’associazione che sono quelli di promuovere l’amicizia, la fratellanza e sviluppare attività di servizio a vantaggio della società.” La Corte d’Appello della California, nel 1986, riformò tale decisione richiamandosi alla normativa del proprio Stato. Interpellata sulla questione di legittimità costituzionale, la Corte Suprema degli Stati Uniti stabilì che il Rotary ,essendo un’associazione di migliaia di Club locali aperta alla propria città e ai rapporti internazionali e stante l’interesse pubblico ad evitare discriminazioni “non può vantare i diritti costituzionali che garantiscono l’autonomia di un’associazione privata”. Di qui l’obbligo di modifica dello Statuto Internazionale cui tutti i club del mondo si sono allineati. E i Malatestiani? Sempre in favore dell’altra metà del Cielo e in ansiosa attesa di essere ammessi a loro volta nei club femminili. Bando agli scherzi. L’ingresso nel Rotary delle donne “leader” nei più vari settori, ha ampiamente dimostrato quanto sia prezioso il loro apporto a favore della collettività. E a proposito, visti i magri risultati, sarà forse il caso di fare entrare qualche campionessa anche nella nostra nazionale di calcio. C’è poco da ridere. Per segnare, l’astuzia di Rivera, l’abatino, valeva quanto la forza di Riva, il gigante.

studiobonizzato@libero.it

(allegato 1)

In merito agli argomenti rotariani recentemente discussi nel nostro club, mi sono reso conto parlando con alcuni soci che la maggior parte di essi ignora le ragioni giuridiche che hanno comportato il superamento (per quanto concerne il Rotary International) del principio costituzionalmente garantito della libertà di associazione, con conseguente obbligo di modifica dei nostri statuti al fine di trasformare in “misto” un club nato maschile. Provvedo pertanto a fornire una sintesi di quanto avvenuto.

A) Nel 1977 il Rotary Club di Duarte in California accolse quali socie tre donne. Il Consiglio Direttivo dichiarò tale comportamento contrario allo Statuto ed espulse il Club di Duarte dal Rotary International.

B) Il Club di Duarte e le donne ammesse impugnarono davanti alla Corte Superiore della Contea di Los Angeles questa decisione in quanto contraria a una legge californiana del 1959 , secondo la quale “tutte le persone soggette alla giurisdizione dello Stato della California sono libere ed uguali, e devono avere accesso, senza distinzione di sesso, razza, colore, religione, antenati, origine nazionale, ad agevolazioni, vantaggi, privilegi e servizi in tutti i businnes establishments, (Associazione d’affari) di qualunque specie essi siano”.

C) Nel 1983 la Corte della Contea rigettò tale ricorso in quanto, pur riconoscendo che qualche rotariano avesse potuto trarre vantaggio nei propri affari in virtù della qualità di socio, tuttavia ciò avrebbe rappresentato “un aspetto secondario e accidentale rispetto agli scopi principali dell’associazione che sono quelli di promuovere l’amicizia, la fratellanza e sviluppare attività di servizio a vantaggio della società.” Ne discendeva che la legge californiana non poteva trovare applicazione dal momento che nessun Rotary Club poteva essere paragonato a una associazione d’affari.

D) La sentenza venne impugnata dinanzi alla Corte d’Appello della California, la quale nel 1986, stabilì invece che i Rotary Club potevano essere considerati businnes establishments con conseguente applicazione ad essi della normativa californiana che garantiva l’accesso delle donne a tali associazioni. Si affermava, nella relativa motivazione, che i vantaggi per l’attività personale d’affari dei soci dei Rotary Club non potevano essere considerati accidentali ma erano invece un fattore che motivava ad aderire ai Club locali” e che i vantaggi per gli affari erano “goduti e capitalizzati dai rotariani”.

E) Occorre a questo punto tener presente che la Costituzione degli Stati Uniti garantisce (così come quella italiana) la libertà di associazione. Si poneva pertanto il problema di decidere la legittimità costituzionale di un principio che imponesse a un Club rotariano di modificare il suo statuto trasformandosi da maschile a misto. Interpellata su questo punto la Corte Suprema degli Stati Uniti nel 1987 confermò la decisione della Corte d’Appello della California. Il concetto di business establishment veniva confermato e integrato con altre considerazioni. Il Rotary infatti era non soltanto visto come associazione intesa ad “ innalzare lo standard degli affari e della professione dei soci”, con ciò aderendo al giudizio espresso dalla Corte d’Appello Californiana. Si osservava altresì che il Rotary International essendo un’associazione di migliaia di Club locali aperta anche al pubblico e ai rapporti internazionali, non poteva, neppure sotto tale profilo, essere qualificata come intima e privata sussistendo anche l’interesse pubblico di eliminare discriminazioni nei confronti delle donne. Concludeva pertanto la Corte Suprema statuendo che un club Rotariano “ non può vantare i diritti costituzionali che garantiscono l’autonomia di un’associazione privata “.

Onde comprendere meglio il punto di vista statunitense, che si riflette anche in altre decisioni che hanno progressivamente modificato molte regole rotariane, occorre tener presente che materie che in Italia- così come nella maggior parte delle nazioni europee- vengono considerate assolutamente private, in America assumono una connotazione pubblica tale da prevalere sulla libertà dei privati cittadini. Si comprendono pertanto le perplessità che la sentenza della Corte Suprema ebbe a suscitare nel nostro Continente, particolarmente legato al Rotary delle origini. Quello tanto per intenderci che aveva ispirato la decisione della Corte di Los Angeles.

Giuliano Bonizzato

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