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Nel Pd di Cattolica dibattito sempre incandescente. Intervento di Russomanno senza sconti

“La legge Delrio ha prodotto più danni che risultati, l’Italicum risulta tagliuzzato – e perde il ballottaggio, che era il suo cuore – alla Camera lasciando un orripilante proporzionale da Prima Repubblica al Senato, la riforma costituzionale è stata sonoramente bocciata dal referendum.

Al netto di valutazioni di merito sacrosante sull’irriformabilità del Paese e sulle colpe di tutto ciò (che di sicuro non ha solo Renzi, che almeno a cambiare ci ha provato in prima persona), mi pare che lo sprone a un progetto riformista più solido e approfondito, che venivano anche da chi ha sostenuto Renzi avessero un loro fondamento.

Per farlo in futuro, al di là di chi ne sarà il portavoce, evitando così che la mostruosa incompetenza e insulsaggine di cui il Movimento5Stelle sta dando clamorosa prova nel governo locale diventi l’opzione maggioritaria, credo sia fondamentale per il PD ragionare sul suo stesso esistere.

Questo vuol dire ragionare di politiche, di modelli organizzativi e anche dei meccanismi di selezione della classe dirigente.

La sostituzione di una classe politica senescente e inamovibile con una nuova leva di inconsistenti privi di contenuti e spessore e di professionisti dello strapuntino, che saltabeccano da un incarico pagato a un altro senza mai avere dimostrato una qualche competenza o un reale peso elettorale non avendo altro curriculum che quello di tenere la sottana al potente di turno e farsi portavoce di una cordata, è il viatico per future (e meritate) sconfitte.

Se una colpa il renzismo ha, oltre all’ossessione per la fretta, è quella di avere promosso assieme a qualche vecchio arnese ben accetto tipo De Luca, una schiera di personaggi privi di qualsivoglia spessore ma utili (spesso proprio in quanto idioti) a chi è stato miracolato a un incarico di responsabilità e mira a tenerselo, agendo secondo il modello del ras con gli scherani.

Chi pensa che il PD possa essere ancora un progetto politico degno di esistere, dovrebbe combattere in primo luogo questa battaglia, che è solo il risvolto interno di quella generale contro la mediocrità e l’ignoranza. Da ciò, se non tutto, può discendere molto del resto.”

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