Con il nuovo polo museale culturale nel cuore di Rimini “hanno vinto i bambini”. Il sindaco Andrea Gnassi, nell’introdurre i giornalisti all’anteprima odierna del Fellini Museum, a Castel Sismondo, risponde a critiche e detrattori dell’ultima opera compiuta.
Con l’apertura del Fellini Museum a Rimini si restituisce “il diritto alla bellezza come chiave di comunità che si ritrova nell’identità della sua storia”, sottolinea. Gnassi ricorda quindi un modello di città “quasi maschile”: dieci anni fa qui di fronte c’erano parcheggi, “io ci passavo con la macchina”.
Non solo: “c’era anche un teatro distrutto con un capannone che diventava palestra e quando non c’era un parcheggio, c’era un mercato ambulante”. Eppure, “Rimini è una città d’arte romana, con la sua pietra d’istria del Ponte Tiberio e dell’Arco di Augusto- spiega Gnassi – è la città dove Giotto ha messo i semi della scuola del ‘300 riminese, del Rinascimento, di Sigismondo, Piero della Francesca, Leon Battista Alberti”. E nella sua storia, Rimini ha avuto anche “i primi bagni marini nell’800 e il ‘900 con la fantasia di Fellini e e la tragedia della guerra”.
Eppure, “nel 2011, proprio Rimini sembrava non avere più un futuro – ricorda – dovevamo cambiare, dopo le fogne in mare, la crisi del mattone, la crisi economica e finanziaria”. Nel 2021 anche la pandemia e “in mezzo 10 anni in cui Rimini è partita con il sogno: ridarsi una identità di città d’arte”.
E così “abbiamo rotto le frequenze dell’abitudine, della bruttezza del gas di scarico che feriva il nostro castello”, incalza il sindaco. “Qui hanno vinto i bambini perché Rimini ha fatto un investimento sulla bellezza – ribadisce – e oggi possono giocare nell’acqua nebulizzata con dietro un castello che ha la creatività di Fellini”.
Hanno vinto i bambini, “perché dopo 10 anni di polemica, dove c’erano auto, oggi c’è una comunità”. Il Museo Fellini “non è un sacrario, è una chiave a tre gambe – prosegue – con il castello dai contenuti straordinari dove c’è tutta l’Italia del ‘900 raccontata da Fellini, esci è c’è il palazzo del Fulgor, del ‘700, dove c’è un academy per i lavori legati alle tecnologie applicate alle musiche e al cinema”. E tra il Fulgor e il Castello “c’è la piazza Malatesta riqualificata che diventa piazza dei sogni, costruita sul set finale di ‘8 e mezzo’ e questa piazza unisce il castello e il Fulgor con il teatro Galli e con il museo d’arte contemporanea Part. oggi decine, centinaia di visitatori avranno motivo per venire a Rimini“. E tra i visitatori del nuovo cuore culturale riminese “inviteremo i talenti del mondo a interpretare questa piattaforma diffusa”. Tra loro Gnassi cita il regista Wes Anderson: “Gli abbiamo scritto e sicuramente verrà e interpreterà questo luogo”.
Tra le novità in cantiere, Gnassi anticipa una grande mostra su Antonioni-Fellini: “Tra poche settimane lavoreremo su un progetto di Federico e Michelangelo nel segno dei sogni”. E ancora Gnassi torna sulle critiche e punta sull’approfondimento e sul lavoro compiuto per giungere all’attuale velo d’acqua davanti al castello. “Qui di fronte non c’è il fossato, abbiamo fatto una campagna di scavi lunga un anno – spiega – ci sono solo dei residui di laterizi”. E “la sottolineatura attraverso la nebulizzazione di ciò che non c’è più, il fossato, avviene con un velo d’acqua dove i bambini possono riprendersi la vita e il futuro giocando”. E ancora: “Hanno vinto i bambini perché alla loro domanda ‘sindaco, ma tutto questo c’è anche domani?’, la risposta è sì, ci sarà domani e dopodomani e magari quando anche da grande porterai tuo figlio a giocare davanti al castello”.
(Agenzia DIRE)