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“Multitud, spettacolo nato assieme ai cittadini di Santarcangelo”

Eva Neklyaeva e Lisa Gilardino, la performance inaugurale del Santarcangelo Festival, “Multitud”, ha sollevato un polverone di critiche anche molto dure e condanne da parte del mondo della politica. Ma facendo un passo indietro, come si è sviluppata l’idea di inserire lo spettacolo di Tamara Cubas all’interno del cartellone del Festival?

«Questo progetto è nato con la collaborazione di 50 cittadine e cittadini di Santarcangelo di Romagna. Sono stati loro i protagonisti dello spettacolo. Persone che durante l’allestimento della performance si erano messe in gioco con la voglia di vivere un’esperienza di condivisione che è diventata poi una rappresentazione di successo, l’evento era gratuito e secondo noi allo spettacolo hanno assistito circa 2000 persone in tre giorni. Un vero e proprio abbraccio della cittadina romagnola all’iniziativa.

Qual è il messaggio che la performance porta in dote al cospetto del pubblico?

«È un lavoro che mette al centro la creazione di un gruppo e i comportamenti dell’individuo all’interno delle dinamiche collettive. È un progetto che ha girato diversi Paesi sia in Sud America che in Europa riscuotendo successo. Si è trattato di portare in scena un’introspettiva sull’ascolto dell’altro e sull’integrazione. A noi stava a cuore questo messaggio, altro che il polverone a cui stiamo assistendo in questi giorni…».

Negli altri Paesi ci sono state reazioni di sdegno come quelle riscontrate qui in Romagna?

«Che ci risulti non ci sono state le reazioni che abbiamo riscontrato qui. Il fatto che lo spettacolo prevedesse scene di nudo è stato comunicato sui nostri materiali informativi e anche direttamente in piazza. Chi non voleva assistere alle scene poteva girarsi dall’altra parte. Anzi chi, in base alla propria sensibilità, avesse ritenuto di non dover assistere alla performance poteva fruire anche altre iniziative. E poi mi scappa una battuta: le nostre piazze sono piene di nudi, come la mettiamo?»

Qual è la vostra posizione rispetto alle critiche ricevute da più parti?

«Il ruolo di un festival è quello di porre domande di creare un dibattito con tanto di contraddittorio. Vanno bene le critiche, ma quando si arriva a lanciare un appello al boicottaggio questo non è rispettoso e non è democratico».

Enea Conti

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