E’ morto Libero Ciavatti, fratello maggiore di Aristodemo fucilato dai tedeschi a 22 anni il 3 settembre del 1944 a Cesasolo; gli è dedicata la sezione Anpi di Coriano-Cerasolo. Libero aveva 97 anni ed è morto nel sonno, senza soffrire.
“La vita di Libero – ricorda Otello Ciavatti, l’unico fratello superstite – è un ritratto ricco e denso dell’uomo che ha vissuto la storia della Romagna dalle rovine del fascismo e della guerra alla tumultuosa e vitale ricostruzione del dopoguerra. A Marebello, nel Ghetto Turco, a Rivazzurra accanto alle rovine dei bombardamenti è venuta crescendo una nuova realtà di piccoli imprenditori Anzitutto il lavoro nell’edilizia per costruire le oramai storiche pensioni modeste per dimensioni ma dotate di quella gestione familiare che le ha rese uno dei fattori dello sviluppo turistico della riviera. Poi le attività alberghiere con i primi caffe chantant, le pizzerie napoletane, le tende a marina che seguivano l’andamento del sole”.
“In quegli anni – prosegue Otello – c’erano ancora le dune e i capanni erano di legno. La sera si ascoltavano le musiche tradizionali di Casadei, ma anche il rock di Gene Vincent e Byll Haley interrotto talora dai canti tradizionali inglesi come long way to Tipperery. Libero ha attraversato tutti questi periodi dalle resistenza alla costruzione di manufatti e strutture alberghiere con l’energia e l’intelligenza dell’uomo che pur senza istruzione superiore ha saputo esercitare la funzione di imprenditore creativo e di costruire una famiglia che ha ereditato capacità lavorativa e competenza”.
“Noi tutti ricorderemo Libero e la sua storia”, conclude Otello Ciavatti.
(nell’immagine in apertura, Otello e Libero Ciavatti)