L’anziano di 84 anni, avvelenato con il topicida dalla sua convivente è morto. L’uomo ha cessato di vivere presso una casa di riposo di Riccione. Già disposta l’autopsia da parte del magistrato Luca Bertuzzi per capire se la morte dell’84enne è da imputare all’avvelenamento oppure ad altre cause.
I fatti risalgono all’agosto 2018 quando un anziano signore riminese di 82 anni, viene ricoverato all’ospedale Infermi di Rimini, in condizioni gravissime. Ha forti emorragie. I medici non hanno dubbi: quella patologia può essere causata solo da un topicida. Il fatto viene segnalato alla Procura della Repubblica che apre un’indagine per conoscere in che modo e per quale ragione l’anziano è stato avvelenato. Infatti appare certo che qualcuno abbia fatto ingerire una forte dose di topicida all’uomo. L’anziano non è praticamente autonomo su nulla ed ha bisogno di continua assistenza. Impossibile che abbia ingerito il veleno di sua volontà. I periti hanno inoltre confermato che per ridurre in quelle condizioni l’uomo erano necessarie forti dosi del topicida.
Dopo pochi giorni la convivente di 79 anni, ha confessato di voler uccidere il compagno, col veleno per topi. Piccole dosi giornaliere per non destare sospetti, somministrate nella minestra o direttamente in bocca, all’uomo di 82 anni allettato da una malattia degenerativa. Secondo quanto ha raccontato lo avrebbe fatto esclusivamente per soldi, preoccupata che i figli perdessero la casa o che fosse costretta a lasciare la propria.
La donna non venne arrestata, ma denunciata per tentato omicidio aggravato, soprattutto per l’età avanzata e perché la famiglia ha collaborato alle indagini. Con il compagno non si era mai sposata, ma con lui condivideva la casa da trent’anni. Dopo la morte del convivente sarà l’autopsia che deciderà se l’accusa di tentato omicidio verrà trasformata in omicidio.