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Morta Catherine Spaak, girò a Rimini e Riccione “La Parmigiana” con Nino Manfredi

È morta, a 77 anni, Catherine Spaak. Attrice, scrittrice, cantante, ballerina, conduttrice televisiva, grande protagonista del cinema italiano negli anni Sessanta e Settanta, bellezza raffinata, grande personalità, era stata adolescente ribelle e sensuale negli anni Sessanta, signora borghese nel cinema dei Settanta e poi scrittrice, giornalista, conduttrice.

Fu protagonista del film “La Parmigiana”, una pellicola con scene girate tra Rimini e Riccione.

Il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad le ha reso omaggio sui social:

“Erano gli anni Sessanta, l’inizio degli anni Sessanta, e il cinema italiano sapeva raccontare la società come poi non è più accaduto. Ne sapeva cogliere i mutamenti, a volte addirittura li sapeva anticipare. E lo faceva non solo con film epocali come “La dolce vita” di Fellini o “Rocco e i suoi fratelli” di Visconti ma anche e soprattutto con la commedia di costume.
Dopo la stagione delle maggiorate, che incarnavano un modello di femminilità tanto esuberante quanto comunque rassicurante, il cinema inizia a proporre nuovi canoni di bellezza, di fisicità e di comportamento, disegnando una serie di ritratti di giovani, e talvolta giovanissime, donne che hanno la voglia di esplorare inediti territori di libertà e di vita.
E questi ritratti s’incarnavano spesso nei volti e nei corpi, mobili snelli e inquieti, di Claudia Cardinale, di Stefania Sandrelli e soprattutto di Catherine Spaak, delle tre attrici quella che meglio ha interpretato il ruolo di adolescente spregiudicata e disinvolta in cui la forza del desiderio è più esplicito e il gioco della seduzione meno mascherato.
Oggi, nel giorno della sua scomparsa, la ricordiamo proprio nei suoi primi film, ne “La voglia matta” di Salce, ne “La calda vita” di Vancini, ne “La noia” di Damiani e prima ancora nei “Dolci inganni” di Lattuada e ne “La parmigiana” di Pietrangeli, con una parte girata a Riccione e dove il protagonista maschile, interpretato da Manfredi, le si rivolge con una dedica che diventa il nostro affettuoso saluto:
“Signora, c’è una magia nel vostro sorriso”.

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