Ieri sera a Morciano si è tenuto il primo consiglio comunale dopo le ultime elezioni amministrative che hanno incoronato Giorgio Ciotti Sindaco per la terza volta.
Fiori sui banchi del consiglio per le consigliere donne e sorriso di circostanza hanno accolto i 12 consiglieri comunali, molti dei quali si sono trovati per la prima volta a ricoprire tale ruolo.
Dopo il giuramento il Sindaco, nel suo discorso di insediamento ha ancora una volta, così come fatto in queste settimane in più occasioni, ribadito che è sua intenzione governare la città coinvolgendo a pieno titolo tutti i 12 consiglieri, a prescindere dalla lista in cui sono risultati eletti.
Si è poi passato a nominare i rappresentanti del Consiglio Comunale di Morciano in seno al Consiglio dell’Unione della Valconca. Per statuto dell’Unione, Morciano deve eleggere 3 cosiglieri, due di maggioranza ed uno di minoranze che siederanno nel Consiglio dell’Unione Valconca. Sono risultati eletti per la maggioranza i Consiglieri Lopalco e Bellopede e Ripa per la minoranza.
Quarto punto all’ordine del giorno, la nomina del presidente del Consiglio Comunale. Prende la parola il Consigliere Evi Giannei, che a nome dell’intera minoranza, richiamandosi alle dichiarazioni del Sindaco sulla stampa locale e nel discorso d’insediamento relative al coinvolgimento della minoranza Consigliare nel governo della città, chiede di dare seguito a quanto dichiarato e che pertanto la presidenza del Consiglio sia affidata ad un Consigliere di minoranza.
A questo punto entra in scena Ciotti 2, quello che pare non abbia mai rilasciato dichiarazioni di apertura e riappacificazione del paese, Questo alter ego propone quale presidente del Consiglio il Consigliere di maggioranza Lopalco, che viene puntualmente eletto con i voti della maggioranza
E’ chiaro che Ciotti doveva riconoscere questo ruolo all’uomo in Consiglio del suo sostenitore/oppositore Garattoni, ma è altrettanto chiaro che ha perso un’occasione: quella di essere coerente con se stesso e di dare dimostrazione di tenere veramente alle sorti del paese e non essere legato mani e piedi a vincoli elettorali.
Pietro Di Benno