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Montefiore, il sindaco sulla casa di accoglienza per disabili e carcerati: “Luogo inadatto”

La Comunità Papa Giovanni XXIII aprirà a Montefiore Conca (RN) una casa di accoglienza per disabili e detenuti che potranno espiare la pena in alternativa al carcere. Ed è da tempo polemica.  L’Amministrazione Comunale di Montefiore, nella figura del Sindaco Filippo Sica, desidera intervenire in merito alla questione di un Centro CEC (Comunità Educante con Carcerati), in risposta ad alcune affermazioni apparse sulla stampa locale in questi giorni.


Il progetto CEC, pur nella sua interessante opera di recupero dei detenuti, vuole essere avviato in mancanza di un necessario requisito, ovvero il coinvolgimento della comunità di Montefiore Conca, la cui maggioranza ha manifestato forti perplessità e contrarietà al progetto in quello specifico luogo. Come sindaco non posso tacere la presenza di un conflitto sociale interno alla mia comunità, che fa venir meno uno dei presupposti fondamentali per la buona riuscita del progetto stesso. Nonostante l’ovvio favore dei proponenti e sostenitori extra comunali, pare che ci si dimentichi dei cittadini del Borgo e dei tanti montefioresi che stanno subendo questa scelta come un’imposizione dall’esterno. Ricordo che quel luogo è stato abitato per anni da religiose che si sono occupate dell’educazione di fanciulli e poi di assistenza agli anziani del nostro territorio.

Sicuramente la rieducazione dei carcerati è un tema forte per una comunità di poche anime che abitano il Borgo. Molti cittadini in questi giorni si stanno chiedendo legittimamente: come potranno vivere all’interno di quelle mura e con esigui spazi esterni, tante persone agli arresti domiciliari? Sono previste misure restrittive per scongiurare eventuali pericoli di fuga? Quindi, se il dato di recidive al 10% rappresenta un vanto per il progetto, ricordo che quel 10% si potrebbe tradurre in problemi di sicurezza in primis per gli abitanti del Borgo e poi per la nostra comunità, visto e considerato che il personale della nostra caserma dei carabinieri deve già gestire l’ampio territorio di due Comuni e spesso viene impiegato in estate per attività nei comuni costieri. Oltretutto, prima di fare dichiarazioni sulla perfetta idoneità dell’edificio, sarebbe importante confrontarsi con gli uffici comunali preposti a tali verifiche.

Infine, riprendendo quanto pronunciato dal Consiglio comunale, nessun membro ha manifestato contrarietà nei confronti della rieducazione dei condannati, ma sul luogo scelto per questo progetto che ha tutt’altra elezione, visto il contesto storico e artistico a forte vocazione turistica nel quale è inserito, e per quanto espresso non si può tacciare né il Consiglio Comunale, né tantomeno i montefioresi di ipocrisia.

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