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I monfettini in zuppa di seppia per la cena della Vigilia

Gustata in alcuni ristoranti di Cesenatico e di Bellaria, abbiamo scoperto una buona minestra dal sapore antico, che sazia e riscalda.

Il riferimento è ai “monfettini in zuppa di seppia”, piatto tipico delle marinerie locali. Non saremo bravi come i pescatori di una volta, ma, se preparata con pazienza, questa zuppa assicura il successo fra amici e parenti, magari per il cenone della Vigilia di Natale.

Innanzitutto va chiarito che i monfettini non sono altro che i monfrigoli (detti anche manfrìgul,  battutini, grattoni), cioè quel tipo di pasta amata dalla arzdore di una volta perché velocissima da preparare: un impasto di farina e uova profumato con buccia grattugiata di limone e un pizzico di noce moscata.

Nessuna sfoglia da tirare, perché basta tagliare l’impasto in fette e poi tritarlo sempre più finemente con un coltello. Per far seccare meglio i monMaria Cristina Mucciolifettini, si consiglia di batterli una prima volta, lasciarli asciugare stesi sul tagliere e ribatterli più fini una seconda volta, sempre aiutandosi con un po’ di farina. Per ogni commensale ne serviranno 50-60 grammi.

La parte un po’ più impegnativa della ricetta è la preparazione della seppia, che, dopo esser stata pulita, va tagliata a cubetti molto piccoli. Indispensabile, in questa fase della lavorazione, un coltello molto affilato, tanta manualità e molta pazienza.

Una volta così preparati gli ingredienti principali, il resto viene da sé.

pasta

Ecco gli ingredienti per una zuppa sufficiente per 4-5 persone:

8 hg circa di seppia tagliata a cubetti molto piccoli, mezza cipolla (o uno scalogno)

  • uno spicchio di aglio
  • prezzemolo tritato
  • un bicchiere di vino bianco
  • mezzo bicchiere di olio extra vergine di oliva
  • un cucchiaio di passata di pomodoro
  • sale
  • peperoncino
  • brodo (o fumetto) di pesce.

Preparazione:

in un tegame a bordi alti si versa l’olio e si fanno colorare appena la cipolla (o lo scalogno) tritata molto finemente e l’aglio in camicia (che poi si toglierà).

Si aggiunge la seppia e la si fa cuocere, mescolando con un cucchiaio di legno, per 2-3 minuti.

Si aggiunge sale, peperoncino, prezzemolo. Si versa il vino e lo si fa evaporare. Si aggiunge la passata di pomodoro, giusto per colorare un po’.

A questo punto si versa nel tegame il brodo che avremo preparato a parte possibilmente con lische, teste di pesce e odori. Si può usare anche un brodo fatto con dado di pesce, ma in questo caso bisogna dosare il sale con parsimonia. La zuppa va fatta sobbollire piano per un’oretta circa.

Dopo di che si versano i monfettini, che si fanno cuocere per qualche minuto, sempre mescolando affinché non si attacchino sul fondo del tegame.

Ecco, il miracolo a questo punto è compiuto: casa invasa dal profumo e tutti pronti, lì, col cucchiaio in mano.

Il bello (e il buono) di questa minestra è nel non riuscire a distinguere, una volta in bocca, il cubetto di seppia da quella di pasta: segno che i due sapori si sono sposati alla perfezione.

Buon appetito!

Maria Cristina Muccioli

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