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Mondaino, L’arboreto riparte con una web serie e la prima residenza post lockdown

Dopo un lungo lavoro di incontri e di confronti con gli artisti, gli operatori e le Istituzioni pubbliche sulla necessità di riportare in scena gli artisti per sostenerli nelle pratiche di studio e ricerca (in sicurezza e a porte chiuse, aspettando l’arrivo del pubblico, previsto dopo il 15 giugno) L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino è una delle prime realtà nazionali di residenza per la creazione di nuove opere a ricominciare i dialoghi con gli artisti e le comunità di prossimità: un segnale positivo e di speranza per un “ritorno alla normalità” del sistema teatrale regionale e nazionale.

«Ricordami di te. Dal 9 marzo, il Teatro Dimora di Mondaino, il teatro nel bosco dell’Arboreto, è stato disabitato ma non incustodito. Sorvegliato a distanza, l’assenza delle persone è stata sostituita dai versi degli animali e dai silenzi del paesaggio che è cresciuto spingendosi oltre le vedute consentite. La natura del nostro progetto culturale ha generato nuove fessure da cui scrutare l’orizzonte e altri respiri per riprendere il cammino e la scrittura dei nostri percorsi. Ricordami di te per comprendere il valore dell’accoglienza e del rispetto, nelle scene dei teatri e nelle terre di mezzo che non appartengono a nessuno ma consentono l’incontro e l’inclusione».

Queste le parole del direttore artistico de L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, Fabio Biondi, che anticipano i tempi della riapertura pubblica degli spazi per gli spettacoli dal vivo, prevista per il 15 giugno, e confermano a livello nazionale il ruolo dell’Arboreto come una delle realtà di innovazione e sperimentazione delle buone pratiche per il teatro e la danza.

Tra le prime attività previste per la “circolazione delle idee e delle opere” c’è la web serie dedicata al teatro dal titolo “Mi manchi” realizzata dalla Piccola Compagnia Dammacco durante il lockdown, che verrà messa in onda per tre venerdì consecutivi a partire dal 29 maggio alle ore 21 sul canale YouTube L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino.

La prima puntata sarà dedicata alle “Residenze artistiche”, attività fondante dell’Arboreto riconosciuto come Centro di Residenza Emilia-Romagna.

La Piccola Compagnia Dammacco avrebbe dovuto trascorrere in maggio 20 giorni di residenza a Mondaino, ma nonostante gli impedimenti, il lavoro è continuato anche a distanza. La web serie rappresenta infatti un lavoro d’arte comune tra Serena Balivo, Fabio Biondi, Paolo Brancalion, Mariano Dammacco, Elena Di Gioia, Erica Galante, Francesca Giuliani, Gerardo Guccini, Simonetta Piscaglia, Alessandro Toppi.

Le puntate successive saranno venerdì 5 giugno su “La trasmissione del sapere” e venerdì 12 giugno su “Lo spettatore e la comunità”, sempre alle ore 21.

Dall’1 al 15 giugno partirà invece la prima residenza creativa vera e propria dopo l’emergenza sanitaria che vedrà coinvolti la coreografa e danzatrice Paola Bianchi insieme al musicista Fabrizio Modonese Palumbo per il progetto creativo “OtherNess”, che riflette sull’immaginario collettivo dei contesti sociali e sull’influenza che questo genera sul corpo e le sue posture.

Il programma completo delle attività è disponibile sul sito www.arboreto.org

 

La web serie Mi manchi sul canale YouTube de L’arboreto

La notte dell’8 marzo è iniziato un tempo sospeso, non quello prolifico e creativo delle residenze, ma un fermo immagine necessario a proteggerci e forse utile a riflettere sul nostro fare. Tra gli artisti che in questi oltre due mesi avvrebbero dovuto abitare il Teatro Dimora c’è la Piccola Compagnia Dammacco. Questo progetto è il racconto di un desiderio, de-sidus, la mancanza delle stelle, dell’infinita possibilità della creazione.

«Così è nata l’idea di questa web serie, una web serie che ci permettesse, in un tempo sospeso al quadrato, di riflettere sui temi centrali dei nostri percorsi, la natura e il senso dell’azione delle residenze artistiche, le domande intorno alla trasmissione del sapere e il pensiero costante per l’interlocutore privilegiato, il destinatario del nostro operare: lo spettatore, la comunitàracconta la compagnia –. La web serie è divenuta un modo di stare insieme tra noi e di invitare a stare con noi chiunque ne avesse voglia, curiosità o piacere. Per questo è un progetto dedicato a tutte le donne e gli uomini di teatro e a tutti gli spettatori di teatro, per stare insieme a loro nel momento in cui, quanto mai prima in tutte le nostre vite, abbiamo sentito la loro mancanza, la mancanza del teatro nelle nostre vite. Si tratta forse, oltre che di una web serie, di un rito, di una risposta al destino, di un esorcismo, di un modo di sentire un po’ meno la mancanza, così il titolo è venuto da sé: Mi manchi».

«Noi della Piccola Compagnia Dammacco, nel maggio 2020, avevamo in programma di andare in residenza artistica presso L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, il luogo che percepiamo come casa della nostra ricerca teatrale, considerato che è il luogo dove da più anni e con maggiore costanza, non avendo noi alcuno spazio di lavoro, siamo stati ospiti per lavorare e soprattutto considerato che, in quasi dieci anni di frequentazione, i pensieri e le azioni nostre hanno intrecciato un fitto dialogo, di testa e di cuore, con le persone che portano avanti quella preziosa, e per noi vitale, progettualità: si impara ad amare i luoghi, ma soprattutto le persone e il cammino fatto insieme – continua la Piccola Compagnia Dammacco  – Invece eravamo tutti chiusi in casa, separati e distanti. Così, grazie ad alcune conversazioni telefoniche con Fabio Biondi e altre con Gerardo Guccini, studioso di teatro che ha condiviso con noi l’esperienza delle pubblicazioni delle drammaturgie della compagnia, e che, dicendolo proprio con sue parole, percepiamo parte della stessa famiglia teatrale, abbiamo voluto compiere un’azione che, non potendo surrogare il lavoro che avremmo fatto al Teatro Dimora, ci consentisse almeno di stare in compagnia, in dialogo con le persone che, nella residenza programmata a maggio e rinviata a data da destinarsi, avremmo avuto come testimoni attivi del nostro lavoro in quei giorni, appunto i custodi della dimora Fabio Biondi, Simonetta Piscaglia, Paolo Brancalion, Francesca Giuliani e Margherita Gigante, lo stesso Gerardo Guccini e ancora la dramaturg Elena Di Gioia e il critico teatrale Alessandro Toppi».

 

La residenza creativa di Paola Bianchi OtherNess

«Dalla mia esperienza sul campo e dagli studi di antropologia delle immagini si evince che ogni cultura sviluppa nel proprio contesto sociale un immaginario collettivo che, attraverso l’incorporazione, modifica le posture dei corpi e l’immagine interiore del proprio corpo spiega Paola Bianchi –. Se il corpo è il luogo delle immagini, come cambiano le posture dei corpi in relazione alle immagini imposte dalla cultura di riferimento? Come vengono incarnate le posture provenienti da altre culture? Come si modificano e cosa creano? Ho chiesto ad alcune persone provenienti da paesi stranieri quali fossero le immagini pubbliche impresse nella loro retina che anche dopo molto tempo continuano a essere vive nella memoria visiva. Immagini che hanno attraversato mari e terre per chilometri e chilometri, superando confini, luoghi e nazioni, custodite negli occhi, fissate nella memoria di esseri umani erranti – cosa porteranno nel mio corpo? L’archivio retinico multiculturale che si sta componendo sarà il punto di partenza di un processo di incarnazione di immagini, processo che darà vita a OtherNess, prima tappa di una nuova fase del progetto ELP».

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