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Mondaino, L’arboreto riapre le porte al pubblico con la residenza di Alessandro Carboni

Continuano le residenze artistiche ospitate da L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino che dall’11 al 25 maggio accoglierà Alessandro Carboni per la ricerca e la composizione del nuovo spettacolo “Context”.

La residenza segna il ritorno degli appuntamenti di E’ BAL – palcoscenici per la danza contemporanea, rete costituita da 11 enti tra teatri, festival, associazioni di spettacolo e centri di residenza, che realizzeranno un cartellone regionale con oltre 40 eventi tra spettacoli, residenze, incontri e laboratori in oltre 20 spazi teatrali, configurandosi come progetto particolarmente attento a perseguire l’obiettivo di promuovere la cultura della danza contemporanea con particolare attenzione verso l’approfondimento e la crescita della comunità di spettatori.

Con la residenza di Alessandro Carboni il Teatro Dimora, dopo mesi di lavoro e sostegno agli artisti, finalmente riapre le proprie porte anche al pubblico realizzando una prova aperta nella giornata di domenica 23 maggio alle ore 19 (ingresso a contributo libero, posti limitati con prenotazione obbligatoria tramite mail: teatrodimora@arboreto.org).

Context è un progetto visivo e performativo che indaga l’idea di contesto (dal latino con-tèxere = tessere insieme, intrecciare) come l’insieme delle circostanze che definiscono un evento: una riflessione sulla relazione degli elementi che lo costituiscono, in un continuo adattamento dei principi fondanti e delle condizioni stesse che lo hanno generato. Inteso come un tessuto, ovvero un aggregato non casuale, il contesto è inteso come un organismo strutturato di elementi semplici in interazione fra loro. L’artista lo immagina non come una griglia rigida ma come una “maglia”, uno spazio mobile di interconnessione in cui relazioni infinite e differenze infinitesimali tra gli elementi fanno emergere ramificazioni continue; un tessuto senza centro o bordo, uno spazio di anarchia semi-organizzata, un intrico di densità irregolare fatto di trame in cui si alternano spazi e vicinanze. A partire da questi presupposti emerge per l’artista l’esigenza di attivare un processo di ricerca visivo e performativo sulla relazione tra strutture primarie e complessità. Il punto di partenza è la figura geometrica del triangolo che egli utilizza come unità primaria per suddividere lo spazio in celle geometriche e regolari. Queste unità triangolari formano una rete che diventa un modello narrativo, estetico e performativo che invita alla contemplazione della serialità, del ritmo, dell’incompletezza. L’intento dell’artista è quello di operare un’approssimazione geometrica e discreta dello spazio che permetta di osservare il triangolo al tempo stesso come unità e tutto riduttiva ed espansiva insieme. Inteso come un oggetto prismatico capace di far coesistere più cose insieme, Context è costituito da vari formati visivi e performativi, testuali e sonori, che incarnano da punti di vista diversi l’intero processo di ricerca. In Context ogni formato è interconnesso e – citando Timothy Morton – “ogni entità sembra strana. Niente esiste completamente da solo, e così niente è pienamente se stesso”. Info: https://www.alessandro-carboni.com/context

Progetto di residenza condiviso da Kilowatt Festival (finanziato dal progetto europeo Be SpectACTive), La MaMa, MoMa, Douglas Dunn Studio, New York (Usa), Milieux/Le Parc and Pulse, Montrèal (Canada), Nitra Festival, Nitra (Slovacchia), Bakelit Multi Art Center, Budapest (Ungheria), Domino, Zagreb (Croazia), Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale), h(abita)t – Rete di Spazi per la Danza -Sementerie Artistiche, Crevalcore, Costa Verde, Sardegna.

BIO

Alessandro Carboni è un artista visivo, performer e ricercatore la cui produzione artistica orbita attorno alla complessa rete di permutazioni tra spazio e suoi elementi costitutivi (luoghi, persone, relazioni), usando lo spazio scenico come piano di proiezione da cui fa emergere le riflessioni e questioni critiche legate al mondo contemporaneo. Dopo diversi anni di formazione nel campo delle arti visive, dei media creativi e della pratica delle arti dello spettacolo, ha sviluppato una pratica interdisciplinare focalizzata sulla produzione di progetti performativi e installativi. I suoi lavori sono stati presentati a livello internazionale in musei, gallerie d’arte, festival di danza e teatro contemporanei, nonché in spazi non convenzionali. Come insegnante, ha tenuto conferenze in numerose istituzioni accademiche e non accademiche. Recentemente è stato selezionato per Aerowaves Twenty20 Artists. www.alessandro-carboni.com

Con la riapertura al pubblico, riprende anche il progetto DEA_Dimora Esposizioni d’Arte luogo di incontro, una galleria d’arte temporanea che nasce con lo scopo di aprire un dialogo fra il territorio e il teatro. Con l’intento di creare un circuito di relazioni e scambi tra artisti visivi e artisti in residenza il foyer del Teatro Dimora diventa palcoscenico degli immaginari attraversati dagli artisti. Ad abitare temporaneamente lo spazio che limita la scena saranno le opere di artisti che hanno scelto il nostro territorio e le zone limitrofe come habitat di vita. OSSESSIONE CHROMA è la raccolta di opere del giovane artista Riccardo Chitarrari, che inaugurerà l’esposizione assieme alla curatrice del progetto Francesca Giuliani domenica 23 maggio alle ore 18, un’ora prima della prova aperta. (ingresso a contributo libero con prenotazione obbligatoria tramite mail: teatrodimora@arboreto.org indicare se si intende partecipare anche alla prova aperta)

 

BIO

Riccardo Chitarrari, brutartist. Autodidatta e fuori dalla cultura artistica ufficiale, opera indipendentemente manifestando uno spirito creativo che abbraccia la filosofia dell’Art Brut dove l’unica regola è proprio quella di non avere regole. La privazione della regola permette la creazione di un vocabolario artistico del tutto personale, una matrice che incarna diversi mondi artistici, dalla Secessione Viennese fino ad arrivare al Graffitismo Americano. Ma lui non lo sa. Il tutto nasce da una determinata ed energica necessità interiore che si rivela attraverso una vera e ossessiva ricerca di un cromatismo divergente, manifestandosi in due piani differenti: il primo è l’impatto estetico e quindi visivo, mentre il secondo, concettuale, è la rivelazione del colore (negativa o positiva) con lo scopo di deviare l’osservatore, se non è consapevole di ciò che osserva. Nel corso della sua attività artistica ha esposto in diversi eventi, sia regionali che nazionali.

https://www.instagram.com/brutartist/

 

 

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