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Mondaino, l’Arboreto: residenza creativa di Gemma Carbone per GUL, uno sparo nel buio

A L’arboreto – Teatro Dimora si svolge un altro progetto dedicato ai processi di ricerca, l’attrice e regista italo-svedese Gemma Carbone sarà in residenza creativa fino al 25 maggio per la produzione del suo nuovo spettacolo GUL- uno sparo nel buio, un giallo scritto da Giancarlo De Cataldo, un monologo che racconta l’omicidio del premier svedese Olof Palme.

Questo spettacolo è un monologo. Questo monologo è un giallo. In particolare è un giallo svedese: c’è la neve, le giornate in cui non sorge mai il sole, un omicidio violento, un complotto politico.

In questo spettacolo tutti i personaggi sono biondi e molto alti. Alcuni molto ricchi e importanti, altri soli e disperati. Nessuno è felice.

Il più infelice di tutti è O.P. che poi è anche la vittima. Di O.P. sappiamo tutto: chi era, cosa ha fatto, cosa pensava – persino come si muovevano le sue gambe quando andava a correre nei boschi vicino alla sua bella casa di Stoccolma. Quello che non sappiamo è l’identità del suo assassino, l’arma con cui è stato ucciso e, soprattutto, sopra ogni altra memoria o elucubrazione, perché.

GUL significa giallo in svedese. Questa storia coniuga due elementi che ritengo, benché a prima vista distanti, mutuamente pertinenti: il primo è il genere, il giallo, appunto; il secondo è uno degli eventi più traumatici della storia contemporanea europea: l’omicidio del premier svedese Olof Palme.

L’omicidio di Olof Palme è un cold case per eccellenza.

Oggi quello che ci rimane della sua vita non è altro che una storia densa di complotti e interessi politici, un lutto nazionale, un assassino mai arrestato.

Segreti, social-democrazia e sangue.

Gemma Carbone: “La collaborazione con una delle più prestigiose firme italiane, Giancarlo De Cataldo, è la sfida drammaturgica che mi sono voluta porre. Considero questa sfida anche un lusso: non solo per la preziosa prospettiva dell’autore e per la sua scrittura, apprezzata in tutto il mondo, ma soprattutto per la possibilità di lavorare a stretto contatto, senza mediazione, con il genere. Lavorare con un giallista significa penetrare nel mondo del genere, scendere a compromessi teatralmente ignoti, conoscere tempi e ritmi di narrazione specifici, abbandonare un plot drammatico per cercarne uno scenico”.

Gemma Carbone è un’attrice e regista italo-svedese. Ha sviluppato la sua formazione artistica in Italia, Svezia e UK. Ha incontrato e lavorato con maestri come Julie Stanzak, Chiara Guidi, Romeo Castellucci, Michael Marmarinos, Rodrigo Garcia, Nature Theater of Oklahoma.

Dal 2013 alterna collaborazioni internazionali tra l’Italia e la Svezia, nel 2015 fonda a Göteborg la compagnia Naprawski con cui firma la sua prima regia “You are here (so don’t take things so seriously)” coprodotta dal Cinnober Teater di Göteborg (SW), dal PIT Festival ed il Grenland Friteatret di Porsgrunn (NO). Tra il 2013 e il 2014 collabora con la Socìetas Raffaello Sanzio in occasione della Biennale di Teatro di Venezia e la rassegna La Volpe disse al Corvo.

Dal 2015 lavora con il regista sloveno Tomi Janesic, con cui, per il Teatro Nazionale della Toscana, è in preparazione la messa in scena di Zio Vanja (debutto previsto in autunno 2017).

Durante l’estate 2016 recita in Lysistrati, diretta da Michael Marmarinos per il National Theater of Athens (GR), presenze – tra le altre – al Greek and Ellenic Festival e all’Antico Teatro di Epidauro. Quali gli stereotipi che mettiamo sul corpo degli altri e sul nostro? Cosa ci aspettiamo dagli altri? Che cosa in una città fa parlare? Che cosa scuote o crea incontro e mediazione tra linguaggi apparentemente lontani? Queste le domande che guidano Silvia Gribaudi nella sua ricerca che nelle varie residenze si concretizza nell’incontro e nella relazione con le comunità e le persone che la accolgono.

Info:

www.arboreto.org

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