Aveva lanciato una molotov contro il telone del gazebo del Bar La Rocca nel centro di Rimini, creando paura e scompiglio nell’area del Castello Malatestiano. Le fiamme erano state spente in breve tempo grazie alla prontezza dei gestori che hanno messo al sicuro in breve tempo gli avventori del locale ma in pochi estanti l’autore del gesto era riuscito a inforcare la sua bicicletta e a dileguarsi nel buio. Ora il responsabile del gesto, M.M. un cinquantenne conosciuto con il soprannome di “Lino” operaio in una ditta, è stato assicurato alla giustizia. Per lui il Gip di Rimini, su richiesta della Procura romagnola, ha fatto aprire le porte del carcere di Rimini in via cautelare. L’arresto è stato portato a termine dai Carabinieri del comando di Rimini e dovrebbe essere convalidato a breve.
Era il 15 febbraio scorso e i Carabinieri in poco tempo si sono messi sulla sue tracce grazie alle accurate descrizioni di testimoni e gestori. Il malvivente nelle settimane precedenti era stato più volte allontanato dai gestori del Bar La Rocca a causa del suo atteggiamento violento e molesto spesso a causa dei fumi dell’alcol. Il 9 febbraio scorso il culmine dei diverbi con un duro rimprovero e un severo allontamento imposto da parte di uno dei gestori. Dopo una settimana si è consumata la sua “vendetta”, annunciata in quell’occasione con un tono di minaccia. “Qualcuno si farà male”, avrebbe detto il criminale rivolgendosi ai baristi.
Il cinquantenne ha confermato di aver lanciato la molotov per vendetta nei confronti dei baristi. Ha però negato la premeditazione del gesto. “Stavo portando una bottiglia di benzina a mia moglie e ho commesso quel gesto in preda ad un raptus”, avrebbe raccontato in sede di interrogatorio. Una versione poco credibile a detta degli inquirenti. L’uomo è inoltre conosciuto alle forze dell’ordine per alcuni precedenti di Polizia, tra cui un’estorsione perpetrata tempo fa lontano dal territorio riminese.
Il soggetto è ritenuto responsabile dei reati di tentato incendio, fabbricazione e detenzione di armi da guerra ed è difeso dall’avvocato Andrea Guidi.